Il 22 settembre è morto nel Devon (Inghilterra) Chartwell Shorayi Dutiro, tra i principali ambasciatori della musica mbira degli shona della Zimbabwe. Il 12 Settembre gli era stato conferito il Dottorato in Musica dall’Università di Bath che aveva riconosciuto la coerenza e l’importanza del complesso delle sue ricerche Spa, in particolare il Bachelor e il Master Postgraduate Degree ottenuti dalla School Of Oriental and African Studies (SOAS – University of London) mentre in quell’università operava anche come insegnante. Il filo conduttore della sua ricerca è stato “Il potere delle voci degli antenati e l’influenza della mbira sul far musica in modo collaborativo” (The Power Of the Voices Of The Ancestors; The Influence Of Mbira On Collaborative Music-Making). Già nel 2007 aveva pubblicato con Keith Howard il libro e cd “Zimbabwean Mbira Music on An International Stage” (Ashgate Publishing)
L’idea di collaborazione musicale è sempre stata evidente nei gruppi e nei lavori musicali così come nei progetti educativi cui ha dato vita. Parte del suo lavoro ha anche riguardato la decostruzione di stereotipi e retaggi coloniali sulla mbira e su una supposta prerogativa maschile riguardo a chi possa suonarla. Nato nel 1957, il suo primo disco solista è del 2000, “Voices of Ancestors”, ma la sua lettura della tradizione mbira è legata soprattutto alle attività con il gruppo che ha fondato, Spirit Talk Mbira e ai CD “Ndonga Mahwe” (1997), “Nhimbe” (1999), “Dzoro” (2000) e “Taanerimwe” (2007). Più recentemente ha registrato Chivaraidze (2008), Pasichigare (2013), Musumo (2019), Kusanganisa (2019). Inoltre, ha collaborato con il Serenoa String Quartet e recentemente (2015-2017) con il gruppo Timbila con cui ha registrato “Sadza With the Head of a Mouse”.
Chartwell Shorayi Dutiro nasce nel villaggio Kaganda nella regione Bindura, allora parte della Rhodesia Meridionale. Fin da piccolo suona la mbira. Quando ho avuto la fortuna di averlo come insegnante, mi ha raccontato di come suo zio evitasse di mostrargli le proprie mani sull’mbira, dandogli la schiena perché imparasse a trovare ciascun suono da solo. Molto presto viene invitato a partecipare e a suonare in cerimonie di comunicazione con gli antenati con una spirit medium di Bindura. Da ragazzo è anche testimone della durezza della guerra per la liberazione della terra shona dal colonialismo britannico. Anni più tardi, passeggiando per Londra, mi raccontava di quanto la consapevolezza che in quella città le teche dei musei “imprigionassero” ancora strumenti africani lo rendeva inquieto. Attraverso un corso per corrispondenza dell’inglese Royal School of Music, aveva imparato a leggere e scrivere la musica e si era specializzato nel suonare il sassofono, in particolare con la Prison Band, un ensemble di fiati. Con la liberazione dello Zimbabwe avviò anche il rapporto con il musicista più conosciuto del paese, Thomas Mapfumo: con il suo gruppo, i Blacks Unlimited ha suonato e registrato fra il 1986 e il 1993, prima di scegliere di trasferirsi a Londra e poi a Devon. Fra gli album emblematici di quel periodo possiamo ascoltare “Zimbabwe-Mozambique”, “Corruption”, “Chamunorwa”, “Hondo” e “Vanhu Vatema”. Le sue mbira erano costruite da Chris Mlanga, un musicista ed artigiano con cui aveva intessuto un rapporto di profondo rispetto e scambio artistico ed umano, come del resto Stella Chiweshe ed altri musicisti mbira che gravitavano intorno ad Harare. Anche nel periodo con i Blacks Unlimited, Chartwell Shorayi Dutiro non aveva mai mancato di rispondere alle chiamate a suonare per ristabilire la comunicazione con gli antenati, si trattasse di un funerale o di curare qualcuno, spesso suonando lungo tutto l’arco della notte. In Inghilterra, in particolare a Devon, ha dato vita nel 2012 alla Mbira academy “Mhararano” e alle "Roots Music Night" a Dartington. Negli ultimi anni, nel suo gruppo aveva preso a suonare la mbira suo figlio Shorai, una partecipazione particolarmente gradita al padre, sempre attento a dar voce e continuità alla tradizione mbira, come può testimoniare chi ha avuto la fortuna di partecipare ai suoi laboratori, anche in Italia, dalla scuola di musicoterapia “G. Ferrari” di Padova all’Università di Bologna.
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Alessio Surian
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