Sara Romano – Saudagorìa (FonoBisanzio, 2019)

Come è nata la passione per la musica folk?
Ho una passione per la musica in generale: cerco di avere delle vedute più ampie possibili.
Esiste in Sicilia un grande fermento artistico e musicale: una generazione felice di idee e proposte si muove nell’ambito della canzone d’autore, molto ispirata al folk. È una casualità oppure dipende da un particolare legame con la tradizione?

Che rapporto hai con la musica italiana di adesso?
Trovo che ci siano dei talenti straordinari in tutto il mondo. Non sono conosciuti ai più ma qualcuno mi disse una volta che avere successo ed essere popolari non è la stessa cosa: mi trovo essenzialmente d'accordo. Lo stesso accade in Italia.
In questo momento l’elettronica è il sound di riferimento. Il tuo disco essenzialmente acustico è quasi una sfida.
Ho scelto delle sonorità acustiche perchè mi sono più congeniali. Mi piace il suono del legno ma non solo...
I tuoi sono testi intimi, ma ti sposti con disinvoltura usando vari linguaggi. È costruzione oppure spontaneità? Come nascono e si sviluppano le tue canzoni?
Sull'atto creativo potremmo dilungarci giorni a discutere. Esistono dei metodi, è vero, ma personalmente le cose migliori che ho scritto sono venute fuori da un momento fugace di grazia: quando c’è, bisogna coglierlo al balzo. Altre volte ho approfondito studi su temi che trovavo d'interesse e ho costruito un brano. La scelta di usare tante lingue è un gioco. Dietro ogni idioma ci sono concetti culturali diversi che interpretano una stessa cosa secondo molteplici sfaccettature:

Si parla molto in questi giorni di musica al femminile. È un tema di attualità. Che senso dai, se glielo dai, a questo modo di classificare? Tu come ti senti?
I generi esistono per dare ricca diversità e non per sottolineare mancanze. Le persone, in base al loro vissuto, danno la propria chiave di lettura alla realtà: non è ininfluente che siano uomini o donne; mi sembra chiaro, ma non fondamentale. Detto questo, nel mondo attuale è stato necessario ricorrere a delle categorie dedicate per evitare la discriminazione (festival, raduni, concorsi): ce ne sono alcuni per il genere femminile perché non viene data abbastanza rilevanza alla figura della donna come professionista. E direi che accade in quasi tutti i campi. Dover ricorrere a questo: ecco cosa trovo scandaloso! Ma è necessario per adesso. Auspico che un giorno si giunga finalmente a un equilibrio.
Tu canti in modo spontaneo e diretto. Spesso dalle donne ci si aspetta un lavoro specifico e delle performances particolari. Sei una che studia?
Certamente. Il diaframma è un muscolo e in quanto tale va allenato costantemente. Non sono una virtuosa perchè ho deciso di concentrarmi sulla dimensione interpretativa, che è un aspetto più consono alla mia indole.
I brani vanno "masticati" e "digeriti" prima di registrare un disco, altrimenti l'esecuzione ne risente molto. Procedendo nel lavoro discografico è una cosa che si struttura e che si capisce sempre meglio; la verità, però, è che non si è mai totalmente soddisfatti: è importante che ci sia una direzione artistica che guidi il lavoro.
Mi sembra che gli incontri imprescindibili di questo tuo album siano con Marco Corrao e con Michele Gazich. Parliamo di loro.
Sono due autori incredibili oltre che musicisti e persone di grande spessore umano, ognuno alla propria maniera. Marco Corrao non ha l'esperienza di Michele, ma lavoriamo insieme da anni ed è riuscito fino ad ora a tirare fuori da me il meglio. Mi ha insegnato a gestire il rapporto con i colleghi e l'ansia da concerto. Inoltre ha delle intuizioni in studio di grande effetto ed è sempre riuscito a vestire i miei brani in maniera davvero interessante. Michele in un certo senso si è ritrovato ad entrare in un gruppo già consolidato e lo ha fatto nel migliore dei modi: come un regalo. La sua grande esperienza e capacità empatica hanno dato emotività esteriore alle mie canzoni. E ne avevano bisogno: come quando ti tieni tutto dentro per molto tempo e poi alla fine piangi o ridi! Non riesco a fare un esempio migliore di questo. Inoltre è un superbo musicista e performer. Umanamente poi è una persona splendida che ho molto amato ed apprezzato in questo progetto. Spero di poter lavorare ancora con lui: ho solo da imparare.
"Saudogorìa" sembra il titolo di una fiaba. Le atmosfere del disco a volte anche. Ogni tanto pare di scorgere una Cappuccetto Rosso adulta che continua comunque a perdersi nel bosco. Ma potresti non essere tu. Chi è?
Siamo tutti. E non credo di essere presuntuosa ad affermarlo.
Sta per partire una lunga tournée internazionale. Dove andrai, come andrai, cosa porterai?
Spero che la musica mi porti in posti dove sono stata e, soprattutto, in altri che non ho ancora visto. L'Italia c'è; verso novembre tornerò negli USA e in Canada, proseguendo in Germania e in Belgio. Andrò ovunque potrò, perchè questo disco - indipendentemente dal fatto che siano le mie canzoni - merita veramente. È bello e fa del bene a chi lo ascolta, me compresa. Le cose belle vanno condivise.
Sara Romano – Saudagorìa (FonoBisanzio, 2019)

Elisabetta Malantrucco
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