Il produttore David Woodhead, nonché bassista e compositore, ha riunito un gruppo di brillanti musicisti che hanno dato vita ai “The Confabulation” che amalgamano i suoni dei circoli del folk, della world music e del jazz. “Tunnels and Visions” fonde l'ampia gamma dei ritmi entusiastici della world music con l'occasionale incursione nella struttura della musica classica oltre ad immergersi profondamente nell’improvvisazione jazz in stile anni Settanta. "Tunnel and Vision" è naturalmente caratterizzato dal suono del fretless, il basso elettrico che caratterizza Woodhead che è accompagnato da una lunga lista di musicisti degni di nota: il tastierista Doug Wilde (Manteca), Colleen Allen ai fiati (Molly Johnson, Holly Cole), il chitarrista Bob Cohen (Jesse Winchester) il violinista Anne Lindsay (Jim Cuddy Band) e il batterista Rich Greenspoon (Betty and the Bobs, Stewed Tomatoes). Lo spirito spesso giocoso di "Tunnel and Visions" è esemplificato da brani come "Precious Little Solves The Riddle" (un groove con il pianoforte di Dave Brubeck suonato in 9/8) così come risulta gioioso "Late for Lunch" con un vivace violino ispirato e un pianoforte vivace. Il sapore più cinematografico dell'album è rappresentato invece da "Gargantuas", un incrocio tra il blues pan-tonale di Steely Dan e la musica a tema monster-movie, con un assolo di chitarra elettrica gustoso e distorto; "Carnival For The Clocks", una nuova interpretazione del jazz da camera con strumentazione minimale e massima immaginazione; e "A Drink With Jam and Bread", ispirato al Sound of Music "Do-Re-Mi". Questo brano si muove da uno stato d'animo contemplativo a un'atmosfera frenetica di musica elettrica degli anni '70. Altre tracce di successo in Tunnel and Visions includono "Futura Bold", in cui i cambiamenti e le melodie sofisticati abbondano; "Danse De Travers No. 3" è un'affascinante interpretazione di un brano del celebre compositore d'avanguardia francese Erik Satie, caratterizzato da una combinazione unica di strumenti informali per rappresentare il suo lavoro più formale - forse la prima volta che Satie è stato suonato con ukulele e clarinetto; "The Inch Worm", come da titolo, in un primo momento un pezzo lento e ponderato, con l’iserimento di parole del film Hans Christian Anderson, che lascia il posto a un'emozione latina delicatamente percolana; "Windy Apples", una composizione degna di Bela Fleck, è un'eccezionale combinazione folk/jazz che mette in risalto l'allegro banjo di zucca, con una melodia evocativa e leggermente nostalgica; e "Grottos", dove The Confabulation crea un un paesaggio sonoro pieno di misteri, di acque sotterranee e formazioni rocciose, con strumenti e melodie emergenti e poi sfuggenti. Suoni di vere e proprie stalagmiti colpite si sentono accanto a scintillanti violini elettrici, bellissime trombe, campanelle ossessionanti e organetti.
In “The Inch Worm” David Woodhead duetta anche con Nancy Solway e complessivamente si può dire che “Tunnel and Visions” sia un album che non delude le aspettative e pieno di ottime idee.
Viviana Berardi
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