Dopo una lunga malattia poco prima del suo settantasettesimo compleanno, il 13 novembre del 1868 Gioachino Rossini morì vegliato fedelmente dalla seconda moglie Olympe Pélissier...
Le sue spoglie lasciarono la sontuosa villa di Passy vicino Parigi dove viveva per raggiungere lo storico cimitero del Père Lachaise in città.
Nel 1887 dopo una permanenza in terra francese ritornarono in Italia dove ora riposano definitivamente presso la Basilica di Santa Croce a Firenze.
In questo 2018 ormai agli sgoccioli, a 150 anni dalla scomparsa del maestro vogliamo parlarvi del recente “The Rossini Variations” l’ultimo album del pianista e compositore Mario Mariani.
Nato nel 1970 a Pesaro, la stessa città d’origine del musicista, Mariani si è diplomato in pianoforte presso il conservatorio Giochino Rossini in città ed è proprio da un prezioso pianoforte che tutto iniziò:
“Dopo anni di continui rimandi e ritardi ho recentemente restaurato il mio amato Steinway “0” (costruito nel 1906).
Il suo ritorno è stato come aver aperto una capsula del tempo.
Dopo anni di improvvisazioni radicali e tecniche estese ho così ricominciato a suonare musica classica, avendo finalmente uno strumento dalla meccanica ineccepibile che rispondeva a dovere al tocco e alla dinamica. E quindi...Giochino Rossini!
Queste parole di Mariani descrivono benissimo l’essenza di “Rossini Variations”, quasi una riconciliazione con antiche passioni mai sopite.
Nel disco il pianista non si limita a interpretare i brani del compositore, ne riscrive anzi alcuni tra i più famosi pensandoli appositamente per lo strumento e trasponendo sulla tastiera le sue articolate costruzioni orchestrali.
L’ardua operazione ha rappresentato una sfida tanto nell’attenta trascrizione delle partiture, originariamente concepite per orchestra, quanto nell’esecuzione stessa delle musiche, deliberatamente “antipianistiche” e per giunta tecnicamente molto impegnative.
Ad ascolto ultimato possiamo dire che Mariani ha vinto la sfida con successo perché non si è limitato (si fa per dire) a eseguire la musica di Rossini ma ha cercato di immedesimarsi con lui (e con l’antica concezione di musicista) concedendosi anche curiosi e divertiti interventi personali nelle variazioni sui temi di: “Mi lagnerò tacendo (su una sola nota)”, “La petite Messe Solennelle Variations”, “Figaro’s dream” e nel celebre “Duetto buffo di due gatti”, trasformato per l’occasione in “Duello buffo di due gatti”, reso in maniera “verista” con una speciale tecnica estesa che fa miagolare il pianoforte!
L’album include anche il personale e simpatico omaggio “Rossiniana” con un florilegio di stereotipi/archetipi Rossiniani (appunto), come descrive lo stesso Mariani in copertina.
Insomma se amate Rossini lo ritroverete e forse potrete canticchiare serenamente i temi noti ma qui c’è anche qualcosa in più, ed è proprio questo che rende “The Rossini Variations” un lavoro interessante.
Qui composizione, interpretazione e improvvisazione si fondono in una sintesi azzeccata.
Mariani esegue, interpreta e crea con competenza e passione divertendosi, cosa che trasmette anche agli ascoltatori.
Marco Calloni
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Contemporanea