Da due decenni attivi sulla scena musicale irlandese, i Danú hanno in forza da un paio di anni una nuova vocalist, Nell Ní Chróinín (suona anche il whistle), la quale si è aggregata a Benny McCarthy (organetto diatonico), Oisin McAuley (violino e viola), Eamonn Doorley (gazouki, un bouzouki con cassa armonica di chitarra); altre new entry sono Tony Byrne (chitarra), che ha rilevato lo storico chitarrista Dónal Clancy, e Ivan Goff (uilleann pipes, flauto e whistle). Nell Ní Chróinín non è una lead singer qualsiasi, vanta, infatti, riconoscimenti a livello nazionale: è stata cantante tradizionale dell’anno 2012 per il canale televisivo di lingua irlandese TG4 e vincitrice – nel 2014 – del prestigioso Premio “Corn Uí Riada”, categoria di canto sean nós, nell’ambito dell’Oireactas na Gaeilge.
“Ten Thousand Miles” è stato pubblicato a tre anni di distanza da “Buan” (2015); nella maggior parte delle tracce al sestetto base si aggiungono tre suonatori di bodhrán (tra cui uno dei membri originali della band, Donnchadh Gough). Come nella migliore tradizione discografica e concertistica delle band neo-tradizionali irlandesi, il palinsesto è diviso egualmente tra set strumentali e brani cantati. Proprio una song, “Master McGrath”, apre il disco con la storia toccante del primo cane irlandese, un levriero, che nella seconda metà dell’Ottocento si riempì di gloria nelle corse canine della dirimpettaia Inghilterra, vincendo la Waterloo Cup. La voce carezzevole ma sicura di Nell trova sponda nel potente apparato strumentale della band, in cui spiccano il fraseggio deciso del violino di Oisin McAuley, ex Stockton’s Wing, e la ritmica chitarristica di Byrne, che conferisce una bella propulsione al pezzo. La solidità di gruppo, l’interplay e le singole individualità sono messi in bella mostra nei cinque set strumentali (reel, slide, hornpipe e slip jig), di tradizione e d’autore, tra i quali spiccano i reel “The Poor Man’s Fortune/The Long Strand/Reel Gan Ainm” e “Cutting A Slide/ The Fiddle Cushion”, nonché il medley di slip jigs “On Troth and Soul/The Gazetta/ Teetotal Jig”.
Volgendoci di nuovo al programma canoro, dobbiamo dire che il suo training nello stile sean nós consente alla vocalist di muoversi agilmente sul piano melodico, così accade in “Ar Maidin Inné”, una canzone gaelica dall’incedere composto, in cui la voce di Nell si appoggia a chitarra e violino. Il brano è strutturato sul modello dell’aisling (l’incontro del protagonista con una bella donna, metafora della nazione irlandese). Anche nella più animata “Fiach An Mhadra Rua”, proveniente dalla contea di Cork, arricchita dalle sequenze strumentali che vedono la band al gran completo, la tessitura della voce di Nell ben si accorda con le linee di mantice e degli aerofoni. Le altre due canzoni, molto celebri, sono cantate in inglese: la prima è la delicata “Ten Thousand Miles”, una folk song inglese appresa dalla versione di Nic Jones, che ben si adatta al canone delle emigration song irlandesi; la seconda, che conclude l’album, è la celebre “The Foggy Dew” sugli accadimenti della rivolta del lunedì di Pasqua del 1916.
“Ten Thousand Miles” è un notevole comeback per i Danú. www.danu.net
Ciro De Rosa
Tags:
Europa