Giancarlo Paglialunga – Tamburu (SquiLibri, 2018)

Allievo della leggendaria Tora Marzo, suonatrice protagonista delle ricerche di Ernesto de Martino, Giancarlo Paglialunga è uno dei percussionisti e cantanti di maggior talento della scena musicale salentina e per lui parla un percorso artistico intrapreso sin da giovanissimo e proseguito in un crescendo rossiniano di successi ed apprezzamenti fino alla fortunata esperienza con il Canzoniere Grecanico Salentino di cui è una delle punte di diamante. Nel corso della sua carriera numerosi sono stati i dischi in cui è stato protagonista, e a raccontare il suo percorso è il recente album antologico “Tamburu”, edito da SquiLibri e nel quale sono raccolti quindici brani che si snodano dagli esordi fino ai più recenti progetti musicali. Si parte da due pizziche tratte da “Nauna” dei Dakkamé a cui segue “Pizzica viscosa” estratta da “Pizziche, stornelli e canti salentini” di Uccio Aloisi Gruppu del 2002. Non manca uno sguardo verso la collaborazione con Bandadriatica con “Pizzica Estam” del 2007 e quella con Raffaella Aprile nel pregevole, e forse troppo poco noto, “Papagna” del 2009. Che dire poi di “Tarantella a compà Uccio” e “Trainieri”, estratti da “Centeuna” da quella straordinaria esperienza che fu Salentorkestra o ancora dello splendido inedito “Fronni d’alia” degli Jonio del 2017. Nel mezzo non mancano, la collaborazione con Enza Pagliare in “Frunte De Luna” (“Ramu de fiori”), un estratto dal disco solista “T’amai” del 2009 (“Pizzica di Tora Marzo”) e due da “Pizzica Indiavolata” con "E chorà tu anemu" e "Tamburrieddhu mia" ma la vera chicca del disco è rappresentata dagli inediti che chiudono il disco “Tarantella San Michele” di Tradizionale Salentina Dop e la lunghissima “Ronda” dell’Arneo Tamburine Project in cui ad affiancare Giancarlo Paglialunga troviamo i tamburi a cornice di Giulio Francone, Emanuele Liquori, Davide Giorgiono, Edoardo Zimba e Carlo "Canaglia" De Pascali, con le voci di Enza Pagliara, Lucia Passaseo e Rachele Andrioli. Le quindici pizziche raccolte nel disco compongono, così un viaggio sonoro travolgente ed appassionante che nel contempo ci racconta la storia degl’ultimi vent’anni della riproposta in Salento. Imperdibile. 


Salvatore Esposito

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