A tre anni di distanza dal gustoso live “Around Zappa” inciso con la complicità di Roberto Gatto alla batteria, i Quintorigo tornano in pista con “Opposites”, doppio album che celebra i vent’anni di attività della band romagnola, da sempre in grado di muoversi con agilità tra generi musicali differenti, rigenerandosi e reinventando la propria cifra stilistica continuamente. In questo senso anche i vari cambi di formazione non hanno rappresentato un limite per le loro esplorazioni sonore e, dunque, non ci sorprende ritrovarli alle prese con un lavoro eclettico e nel contempo sorprendente nel cui titolo è racchiusa la sua natura duale, muovendosi tra composizioni originali e riletture di brani molto distanti tra loro. “Opposites” è un lavoro nel quale convivono le diverse anime dei Quintorigo, spaziando dal jazz classico alla contemporanea, dal rock al progressive fino a toccare esplorazioni sonore a tutto campo. Architetture musicali complesse, scenari sonori affascinanti quanto irregolari, sono questi gli ingredienti di una cifra stilistica libera che volteggia tra momenti frenetici e spaccati riflessivi in cui dialogano archi e fiati. L’ascolto è, dunque, una scoperta continua a partire dal primo disco, dedicato alle composizioni inedite, che si apre con il violoncello di Gionata Costa che guida i ricordi dell’anno della contestazione in “1977” nella quale fa capolino il flicorno di Enrico Rava e che si evolve in un brano dal taglio quasi rock con la batteria di Gianluca Nanni e il contrabbasso di Stefano Ricci ad incorniciare. Si prosegue con la bella seguenza composta da “Special Mind” in cui spicca l’ottima prova vocale del nuovo frontman Alessio Velliscig, “Aeneis” con il suo dialogo tra fiati ed archi che si schiude in un jazz-rock di grande impatto e “A pidgeon's overview” che ci conduce nei territori del Frank Zappa più funk. “Opposite attract” riporta al centro della scena il tessuto jazz impreziosito ancora una volta da Enrico Rava e ci introduce a tre brani dalle atmosfere cinematografiche, la ballatona jazz “Grey Commedy”, il dixieland da gangster movie “Suite And Tide Bandits” e la superba “Dust Town” con gli archi ancora protagonisti della scena. La tagliente scorribanda per violino e sax “Fuck The Bank” e il rock di “The great surrender” ci conducono alla delicata “Waltz for Naima” che chiude il primo disco e nella quale ritroviamo il flicorno di Enrico Rava. Il secondo disco è, invece, dedicato alle riletture e si apre con la bella ripresa di “Congeniality” di Ornette Coleman per entrare nel vivo con una incredibile “Stolen moments” dal repertorio di Oliver Nelson che conferma tutto il talento dei Quintorigo nel saper leggere con originalità i classici del jazz con l’aggiunta di una bella dose di improvvisazione. Il Thelonius Monk di “Well you needn’t” e “Think of one” ci schiude il porte alla magnifica versione di “Space Oddity” dal songbook di David Bowie. “Jeru” di Jerry Mulligan ci introduce al complesso 9/8 “Blue Rondo A La Turk” di Dave Brubeck con gli archi che dipingono un affresco sonoro dal tratto prog. “Killing In The Name” dei Rage Against The Machine ci conduce verso il finale in cui brillano “Boy Meets Hor” di Duke Ellington, “Alabama Song” di Kurt Weill e
“You Go To My Head” di Fred Coots e Haven Gillespie che completa un lavoro di grande spessore artistico e culturale. I Quintorigo hanno scritto più di una pagina della musica italiana e con questo lavoro confermano tutto il loro talento. “Opposites” è, dunque, un restart, una ripartenza che li condurrà certamente ad esplorare territori musicali sempre nuovi.
Salvatore Esposito
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