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Foto di Renzo Chiesa |
La XIV edizione del Premio Loano porta il nome di un nuovo direttore artistico: in continuità con quanto di bello è stato fatto in passato, ma anche portatore di novità…
Il Premio Loano vive da ormai quattordici anni grazie alla Compagnia dei Curiosi, che – con il sostegno del Comune – fa un enorme lavoro di organizzazione, una forma di volontariato culturale importante, fondamentale, necessaria. La direzione artistica è sempre stata in carico a John Vignola, che è stato tra i fondatori del Festival e ha contributo in modo sostanziale al suo sviluppo, e che da quest’anno per motivi professionali non poteva più occuparsene. Ogni cambio di direzione artistica dovrebbe portare un rinnovamento, credo: Loano difende un’idea di tradizione in movimento, non può appiattirsi sulle proprie “tradizioni”! Il 2018, giocoforza, sarà un anno di transizione, ma già abbiamo introdotto alcune novità. La più importante è la nascita del Premio Loano Giovani (vinto dai bolognesi Lame da barba) e della serata dedicata alle nuove leve del folk. Confidiamo che possa servire a smuovere la produzione dei musicisti ventenni e trentenni: ci sono, a volte è difficile incontrarle in un mercato piccolo come quello della musica popolare, e altrettanto difficile è che siano valorizzate. Noi vorremmo farlo.
Il Premio si basa sulle votazioni di una giuria di circa sessanta addetti ai lavori, giornalisti e musicologi, che hanno votato i dischi usciti nell’anno 2017. Un commento ai risultati?
Come direttore artistico, mai mi sognerei di commentare positivamente o negativamente l’operato della giuria, che lavora in completa indipendenza da ogni condizionamento. Come ascoltatore e appassionato, devo dire che sono contento: il disco di Elena Ledda ha vinto con pochissimi voti di scarto sul secondo e sul terzo classificato, segno di grande vivacità delle produzioni discografiche, ma anche del sostanziale accordo della giuria. E – peraltro – avevamo già chiuso i concerti dei primi tre classificati (oltre a Elena Ledda, Canio Loguercio & Alessandro D’Alessandro e il Canzoniere Grecanico Salentino) molto prima di ricevere i voti… A conferma di una unità di intenti tra la giuria, la direzione artistica e l’organizzazione che non è affatto scontata:

Ci sono anche i premi alla Realtà Culturale e alla carriera. Come sono attribuiti?
Il Premio alla Carriera e il Premio alla Realtà Culturale sono assegnati dal comitato artistico e dall’organizzazione, che raccolgono suggerimenti e stimoli dalla giuria. Quest’anno sono stati attribuiti a Gastone Pietrucci e La Macina, nel cinquantesimo anno di attività, e ai Trouveur Valdotèn. Saranno consegnati, naturalmente, nei giorni del Premio.
C’è un tema di fondo del festival di quest’anno?
Sì, in onore al cambio alla direzione e alla nascita del Premio Giovani, il titolo di Loano 2018 è “riGenerazioni”. L’idea è quella di osservare da vicino e celebrare i passaggi generazionali, in quanto motore attraverso cui funziona la “tradizione”: che non è qualcosa di statico, ma una trasmissione di saperi che passa dai padri e dalle madri ai figli e alle figlie… Apriremo lunedì 23 con i Trouveur Valdotèn, come detto anche Premio alla Realtà Culturale 2018, gruppo storico del folk revival della Valle d’Aosta in cui i fondatori – Alessandro Boniface e Liliana Bertolo – suonano insieme ai loro due figli, Rémy e Vincent, a loro volta musicisti tra folk, canzone d’autore e sperimentazioni varie. E, prima della serata conclusiva affidata ai giovani, giovedì 26 avremo il Canzoniere Grecanico Salentino: in questo caso il passaggio generazionale ha consegnato il gruppo nelle mani dei figli, che lo hanno portato sui più grandi palchi della world music in tutto il mondo. Come ospite speciale ci sarà Roberto Licci, uno dei membri della formazione originale: sarà protagonista dell’incontro pomeridiano, ma chissà che non raggiunga il figlio sul palco la sera…
Come è articolato il programma concertistico di questa settimana loanese?

Perché venire a Loano dal 23 al 27 luglio?
Io credo che sia un buon modo di unire una vacanza al mare con una vacanza culturale: i concerti e gli appuntamenti sono messi in modo da “rispettare” la vita dei bagnanti, intorno a cui ovviamente gravita l’estate loanese. Per di più, Loano è una delle cittadine più carine e vivaci della riviera di Ponente, con un bel centro storico e un bel budello pieno di negozi, ci sono locali e cose da fare… Perché no?

Potrebbe e dovrebbe. Ma senza citare i problemi noti (i budget scarsi, i tagli eccetera) io credo che Loano, proprio per il prestigio che ha acquisito, debba farsi promotore di una crescita di sistema della scena della musica popolare italiana. Sul modello di quanto, ad esempio, stanno facendo le associazioni di categoria legate al jazz. Non si può pensare, oggi, che il problema dei budget venga risolto solo dagli enti locali, che devono gestire mille altri eventi e che pure hanno problemi di cassa… L’importante è cominciare a lavorare insieme, con altri soggetti che condividono obiettivi e visioni del mondo, più di quanto non si sia fatto in passato: è qualcosa che cercheremo di fare negli anni prossimi. Già quest’anno, ad esempio, ospiteremo il Premio Parodi di Cagliari.
La redazione di “Blogfoolk”
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