Secondo album per la band molisana di Rocchetta al Volturno, che in forma di settetto si mette in equilibrio, ancora instabile, tra ritmiche rock, blues, funky e dub, voci pop, timbri e richiami alle danze popolari del sud. Antonello Iannotta (tamburello, flauti e voce), Luca Casbarro (zampogna e fisarmonica), Alessandro Coletta (chitarra e voce), Fabrizio Musto (batteria), Michele Cantarella (basso), Federica Ilaria Leva (voce), Alfredo Musollino (tastiere) investono in dieci canzoni che si lasciano ascoltare, non solo perché entusiasmo e idee buone ci sono tutte ma perché al gruppo si uniscono il sax di Daniele Sepe in “Vulesse Addeventare” e ne “Il Canto dei Sanfedisti”, dove si aggrega anche il vocalist Roberto Colella, frontman de La Maschera. Mimi Carvano dei Neri per Caso entra in “Mo’ vene Natale”. Altri ospiti sono il mandolino di Silvio Trotta, l’armonica di Luigi Pacitti e il banjo di Gennaro Ciavone.
Prima di gettarsi del tutto alle spalle il passato, tuttavia, visto che la tradizione in movimento è il principio d’ispirazione del combo, si potrebbe mettere davvero in atto questa legittima spinta estetica, ricercando una fusione più approfondita, lavorando su modalità canore e ritmiche e su forme sonore che recuperino, anche trasfigurandolo, il ricco patrimonio tradizionale della regione, fugando i dubbi che restano sull’esito complessivo e liberandosi dall’abbraccio fascinoso delle regioni folk confinanti con il Molise e dalla ricerca di un’espressività, soprattutto vocale, che fa avvertire una netta dipendenza da modelli mediatici leggeri. www.patrios.it
Ciro De Rosa
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