“Namaz” è il titolo del CD del progetto Baul Meets Saz in cui la musica spirituale del Bengala, caratteristica dei mistici Baul, incontra il saz, liuto a manico lungo, patrimonio della musica turca. La pubblicazione è curata dalla giovanissima etichetta belga Seyir Muzik che, con sguardo rivolto alle musiche orientali della periferia del Mediterraneo, ha preso spunto dalle attività dell’omonimo centro di ricerca musicale con sede a Bruxelles che propone, tra attività diversificate, anche un’accademia con lezioni di musica, momenti di ascolto, seminari e conferenze. Creata dall'incontro di musicisti, musicologi, ingegneri del suono e produttori di strumenti musicali, riuniti per promuovere la loro passione per la musica, nel corso dei tanti progetti realizzati dal centro culturale in collaborazione con grandi musicisti classici, popolari e tradizionali, Seyir Muzik intende far arrivare al pubblico in ogni parte del globo registrazioni di qualità risultanti da questi incontri.
Il progetto turco-indiano Baul Meets Saz è sbocciato grazie al colpo di fulmine fra i tre componenti: Emre Gültekin, cantante e suonatore di saz, e il duo BramaKhiapa formato da Malabika Brama alla voce e Sanjay Khiapa al dubki, piccolo tamburo a cornice, e al dotara, liuto a corde pizzicate. Emre Gültekin, nato in Belgio, ha assorbito la musica dal padre Lütfü partecipando a numerosi progetti musicali in cui si pone come un moderno trovatore ispirandosi alla figura del aşık, sorta di cantastorie che girava per i villaggi dell’Anatolia. Dall’incontro con BramaKhiapa, formazione indiana di musica tradizionale Baul, si sono generate nuove connessioni tra i musicisti, grazie ai punti di contatto tra i repertori ed alle caratteristiche delle comunità da cui provengono, il cui stile di vita è spesso nomadico. Dopo due anni di lavoro insieme e viaggi, è nato “Namaz”, disco dalle sonorità delicate, vibranti e profonde, che si snoda sinuosamente in sette tracce. Punto in comune fortemente caratterizzante è la spiritualità ed in effetti il titolo del lavoro, “Namaz”, ossia preghiera, la dice lunga ma temi forti sono anche il significato dei confini, l’amore, il rispetto, l’umiltà e, ovviamente, il viaggio. La voce femminile è protagonista con la sua forza mistica e, al tempo stesso, in mirabile equilibrio con la delicatezza del tessuto strumentale che rende questi brani preziosi.
Da segnalare “Hridaya”, riflessivo e delicato che, in apertura, con un arpeggio al saz, insieme alle percussioni, spiana la strada ai fraseggi vocali di Malabika Brama – che diventano quasi spoken word – prima dell’intervento del duduk, strumento a doppia ancia della tradizione armena, che aggiunge calde sonorità. “Kala Re final” si apre con il suono sommesso e commovente del dotara, strumento a corde della musica classica indiana simile al sarod, che introduce la voce femminile dal portamento regale. In “Nadi Bhora” la voce si muove con sinuosa eleganza e poi diventa sempre più incalzante, con il saz e le percussioni che la supportano in una melodia articolata. “Dilki Doya” si avvia nel flusso musicale con la raffinatezza delle corde e la voce spirituale e toccante della donna. Ancora il duduk introduce la title-track “Namaz” preziosamente giocata grazie agli incastri tra le corde, la voce e le percussioni.
Ospiti in questo raffinato e toccante lavoro sono Vardan Hovanissian al duduk, Nathan Daems al kaval, Ruben Tenenbaum al violino e Levent Yıldırım alle percussioni. Ricchezza di originali sonorità, apertura all’”altro” e condivisione sono i motivi per ascoltare “Namaz”. Da cercare. http://seyirmuzik.com
Carla Visca
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