Michael Gordon/Kronos Quartet – Clouded Yellow (Cantaloupe Music, 2018)

Michael Gordon è uno dei membri dello storico Ensemble Bang On A Can, fondato a New York nel 1987. Definito dal San Francisco Chronicle: “Il più importante veicolo di diffusione di musica contemporanea del paese”, il gruppo è da anni impegnato nella promozione di nuova musica e nella ricerca di differenti metodi di fruizione; note sono per esempio le maratone concertistiche dove il pubblico libero di vestire in modo informale, ha la possibilità di seguire (o abbandonare) l’evento in qualsiasi momento. Già nel lontano 1976, in occasione dell’allestimento di “Einstein On The Beach”, Philip Glass e Robert Wilson avevano offerto questa possibilità, l’opera (senza interruzioni) aveva infatti una durata di ben cinque ore! La citazione di Glass in tale contesto non è casuale, sia Bang On A Can che Kronos Quartet nel corso degli anni hanno eseguito e inciso più volte le musiche del maestro e anche questo nuovo progetto di Gordon, assimilata la lezione dei minimalisti, approda a un linguaggio singolare che ridefinisce l’identità del quartetto classico. “Clouded Yellow” raccoglie quattro composizioni di Gordon eseguite e registrate (per la prima volta) nel maggio del 2012 dal Kronos Quartet. Il brano omonimo in apertura, si riferisce a un particolare tipo di farfalla, la Crocea o “Limoncella” (conosciuta in inglese come “Clouded Yellow”) nota per le sue migrazioni di massa nei cieli d’ Irlanda e Inghilterra. Il musicista racconta così un brano nato semplicemente ascoltando e osservando la natura circostante in modo molto fantasioso, “come un diario di viaggio attorno a un giardino”: “Adoro l’immagine di una nuvola di brillanti farfalle gialle e penso che la parola clouded (nebuloso) descriva le armonie sfocate e le melodie di questo pezzo”. Lo scivolare della farfalla nell’aria è riproposto dai violini e si sviluppa su un tema sincopato affidato alla viola e al violoncello. Il secondo brano “Potassium” invece, filtra il suono del quartetto tramite un fuzz-box manipolando semplici armonie e glissandi con elettronica, sino a raggiungere sul finale un’esplosione frenetica come la definisce il musicista. “Clouded Yellow” è un album che cerca di” riconfigurare” il suono degli archi “impastandolo” con voci manipolate, come avviene nel brano centrale del disco “The Sad Park”, suddiviso in quattro parti e ispirato dagli eventi dell’undici Settembre 2001. Qui Gordon utilizza voci di bambini in età prescolare che raccontano le proprie esperienze legate a quel giorno terribile. Le parole, dissonanti, distorte, velocizzate o rallentate, accompagnate dagli ostinati agli archi (parte 1-4 per esempio) perdono il loro significato “linguistico” trasformandosi in puro suono in grado di evocare perfettamente l’inquietudine di quegli attimi. Sul piano pratico, il procedimento attuato da Gordon riparte dagli esperimenti su nastro di Steve Reich degli anni sessanta come “It’s Gonna Rain” e “Come Out”, non a caso sia Bang On a Can che Kronos Quartet, particolarmente legati al Minimalismo e alle sue successive evoluzioni, sono soliti eseguire da anni le musiche di Steve Reich. “Exalted”, la composizione che chiude l’album, utilizza nuovamente voce, elettronica e archi amplificati, avvalendosi della partecipazione dello Young’s People’s Chorus Of New York City impegnato in vigorose performance d’insieme. “Clouded Yellow” è un lavoro molto interessante che sperimenta possibili e diversi utilizzi del quartetto d’archi muovendosi in quei territori “di confine” congeniali ai propri autori. 


Marco Calloni

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