“Ho scoperto Dorival Caymmi quando comprai una vecchia compilation di sue canzoni, interpretate da diverse star brasiliane (Chico Buarque, Tom Jobim, Gal Costa). Mi sono subito innamorato delle sue meravigliose melodie, per la loro deliziosa miscela di raffinatezza e semplicità. Scritte per lo più negli anni Trenta, le canzoni di Caymmi celebrano Bahia (la città più africana del Brasile), i pescatori, il mare e l’amore”, così Jacques Duvall, elegante paroliere ed autore di canzoni per artisti come Alain Chamfort, racconta la sua scoperta del repertorio di Dorival Caymmi (1914-2008), uno dei cantautori più influenti della musica brasiliana le cui canzoni sono state fonte primaria di ispirazione per artisti come João Gilberto, Gilberto Gil e Caetano Veloso. La fascinazione nata dall’ascolto di quelle canzoni ha fatto nascere in Duvall il desiderio di rileggere quello straordinario repertorio e come racconta nelle note di copertina: “Volevo contribuire a far conoscere questo repertorio, così ho fatto ascoltare queste canzoni ad un amico intimo, il chitarrista Christophe Vandeputte, originario di Valenciennes nel nord della Francia (non esattamente nella stessa latitudine di Bahia!). L'effetto fu immediato: sembrava essere caduto sotto l'incantesimo di uno stregone voodoo, e ben presto iniziò febbrilmente a creare nuovi arrangiamenti per questi antichi piccoli gioielli. Per quanto riguarda me, ho aggiunto un verso in francese a ciascuno dei testi originali, in modo da riassumere lo spirito di ogni canzone in poche parole e renderlo più accessibile agli ascoltatori francofoni”. Non c’è stato, poi, alcun dubbio sul fatto che l’interprete più adatta fosse Lio, cantante ed attrice nota per i grandi successi “Amoureux Solitaires” e “Banana Split”: “Sapevamo già chi poteva cantare queste canzoni: solo Lio poteva combinare il puro coraggio (per affrontare le opere di questo maestro) con l'umiltà, entrambe necessarie per rendere giustizia a questi popolari capolavori. Tutto ciò di cui avevo bisogno era di convincerla. La magia di Caymmi era irresistibile: dopo il primo ascolto, un grande sorriso apparve sulle sue labbra, sapevo che stava per iniziare una grande avventura”. L’ascolto è, così, un viaggio appassionante che si snoda attraverso dodici brani dalle melodie sinuose ed evocative magistralmente riletti dalla voce di Lio che si muove elegante attraverso le trame eletto-acustiche confezionate dalla chitarra di Christophe Vandeputte. A brillare sono l’iniziale “Não tem solução” con il finale orchestrale che ci schiude le porte alla brillante sequenza con “Sábado em Copacabana”, “Doralice” e “É doce morrer no mar”. Il crescendo di “Nunca mais” e la trama jazzy di “Tão só” ci guidano alla seconda parte del disco in cui spiccano “Você não sabe amar”, l’introspettiva “Nesta rua tão deserta” e quel gioiellino che è “Nem eu” della quale viene esaltata la ritmica ballabile. Completano il disco “Valerá a pena”, “Samba da minha terra” e la magnifica versione di “Quem vem pra beira do mar” con la voce di Lio che tocca il vertice interpretativo del disco.
Salvatore Esposito
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