La figura del padre ha ispirato dischi e canzoni memorabili, alcune delle quali diventate dei classici altre rimaste in secondo piano, ma non meno belle ed intense, racchiudendo in musica e parole commossi ricordi, rimpianti, dolore, amarezza ed incomprensioni. A scandagliare questo sentiero ispirativo della canzone d’autore è “Multifilter. Mito e memoria del padre nella canzone”, prezioso volume accompagnato da due cd, promosso da Club Tenco e Cose di Amilcare in collaborazione con Atena Informatica e curato da Sergio Secondiano Sacchi, responsabile artistico del Premio Tenco. Nato da un’idea dei fratelli Alberto e Mario Ronchetti, desiderosi di ricordare la figura del padre Cleo, il volume raccoglie i testi delle trentasei canzoni presentate, spesso in versioni inedite, nei due dischi allegati, accompagnati dalle riflessioni e deai commenti di altri autori ed artisti da Francesco Guccini a Sergio Staino, da Gianni Mura a Paolo Virzì, da Carlo Petrini a Marco Nereo Rotelli, da José Maria Micó a Luis Eduardo Aute, quasi a voler stabilire le coordinate di un discorso nel quale ognuno si può ritrovare. “Non si creda che questa nostre pagine di escursione geografica tra mitologia antica e moderna, tra storia, letteratura, cinema e canzone rappresentino soltanto un cazzeggio del tutto gratuito”, scrive Sacchi nella presentazione, “Hanno anche una duplice, sottile presunzione: da un lato quella di anticipare una serie di piccoli indizi che poi i ricordi e le riflessioni di altri autori o le immagini degli illustratori sapranno meglio approfondire e, dall’altro, quella di offrire una seminagione di possibili considerazioni per la lettura-ascolto di questo libro-cd che, lungi dal volere essere una semplice sequela di canzoni su un singolo argomento, si propone come una circonvallazione cantata e ragionata intorno alla figura del padre. Che non investe, quindi, solo una sfera privata, emozionale e biografica, ma che mira anche ai riferimenti culturali che le varie rappresentazioni paterne finiscono per delineare”. In questo senso non casuale è stata la scelta di suddividere l’opera in due parti “una riservata alle idee e l’altra all’esperienza diretta, una al pensiero e l’altra a persone dalla certa identità, ben tenendo presente quanto i due settori siano tutt’altro che impermeabili. (…)”. Frutto di un lungo lavoro di ricerca, il volume si apre con l’interessante introduzione scritta dallo sesso curatore che illustra la figura paterna riannodando i fili di storia e mito, per poi schiuderci le porte al susseguirsi di contributi musicali, poetici e visivi, ideali tessere di un mosaico tridimensionale che illustra questa figura familiare in tutta la sua complessità. “Multifilter” regala, dunque, all’ascoltatore/lettore un’esperienza su più livelli in grado di generare una tensione empatica continua che regala sensazioni, evocazioni e ricordi. Si stabilisce un contatto diretto e profondo con queste canzoni e con i testi che li accompagnano, un’occasione di confronto con sé stessi, con i propri ricordi e con la storia collettiva. Che dire poi delle canzoni che nel loro insieme compongono una travolgente onda di emozioni a partire dalla splendida “Quella carezza della sera” dal repertorio dei New Trolls che Vittorio De Scalzi propone in una intensa versione solista. Si passa poi al Jacques Brel tradotto da Enrico Medail ed interpretato da Massimo Priviero a "C’est quand qu’on va où" di Séchan e Clerk nella versione italiana di Sacchi cantata da Mimmo Locasciulli, passando per le riscritture (ancora firmate da Sacchi) di Tombstone Blues di Bob Dylan con la voce di Peppe Voltarelli e quella di “Parole per Julia” di Goytisolo e Ibanez con protagonista Sergio Cammariere. Nei due dischi, però, non trovano posto solo traduzioni ma anche perle poco note come la malinconica “La sera che partì mio padre” di Enzo Jannacci proposta da Alessio Lega, quel gioiello che è “Dopo dieci anni” di Ricky Gianco, l’autobiografica “Ho pensato a te, Papà” di Tito Schipa Jr o ancora “Il Fidanzatino” di Marco Ongaro. Non mancano brani già noti come la struggente “Mira que no” di Claudia Crabuzza o “Il funerale del Clown” degli Yo Yo Mundi ma per intensità e bellezza a colpire sono “Legenfeld”dei Tetês de Bois che racconta la storia del padre di Andrea Satta prigioniero in un lager e “Più notte di così” di Mauro Ermanno Giovanardi. Insomma “Multifilter” è un volume da non perdere non solo per la bellezza dei testi che raccoglie ma anche per i due dischi che lo accompagnano. Assolutamente consigliato.
Salvatore Esposito