K.Leimer – Imposed Order/Imposed Absence (Palace Of Lights, 2018)

Dopo “Closed System Potentials” nel 2016 e “Land Of Look Behind” nel 2017, continua la serie di ristampe dal catalogo del compositore di Seattle Kerry Leimer. Ci eravamo lasciati qualche “puntata” fa con la recensione del recente “Dual Mono”, lavoro condiviso con l’amico e collaboratore di lunga data Marc Barreca, ora, l’inizio del nuovo anno ci riserva due sorprese, il nuovo “Mitteltöner”, “un viaggio immersivo traboccante di emozione elettronica” e questo “Imposed Order/Imposed Absence”, culmine della prima fase del suo lungo percorso d’esplorazione sonora, iniziato nel lontano 1972 con la cassetta “The Grey Cows”. Incuriosito dalle “stranezze” del Surrealismo e del Dadaismo, il giovane Leimer nato a Winnipeg in Canada, trovò da subito un parallelismo sonoro alle magnetiche suggestioni visive e teoriche di questi movimenti artistici. Dalle pagine di NME e Melody Maker trapelavano le prime notizie di nuovi suoni provenienti dalla Germania dove Faust, Can, Neu!, Cluster e molti altri stavano definendo una propria poetica sonora, completamente svincolata dagli influssi anglo-americani. Come loro, Brian Eno e pochi altri, Kerry intuì una nuova possibilità d’ approccio nei confronti dello strumento, in grado di valorizzarne potenzialità e utilizzi fino ad allora inespressi e scarsamente considerati. In tal senso, la“spontaneità illuminata” di Leimer diede il via a un pionieristico percorso di sperimentazione sonora che raggiunse la piena maturità con “Imposed Order”, titolo originale del progetto, pubblicato nel 1983 per l’etichetta personale “Palace Of Lights”. Come anticipato, l’album porta a compimento le intuizioni dei precedenti progetti solisti “Land Of Look Behind e “Closed System Potentials”. I propulsivi groove a la Savant dell’iniziale “The Human Condition”, o di “Life Of The Poet”, si sommano agli influssi Balinesi di “Wajang Kulit” e alla stratificazioni sonore delle meditative “Water Music”, “Simple Hierarchies” e “Method, Language And Silence”, un’eccellente risposta alle coeve “sperimentazioni globali” di Hassell, Czukay, Byrne ed Eno. I brani del disco sono nati, in tempi non sospetti, dall’incontro e dalla continua combinazione di elementi sonori diversificati, che qui trovano una perfetta collocazione. I sintetizzatori e le Drum-Machine, in bilico tra ambient e suggestivi “esotisimi”, incontrano il Mellotron e i primi sintetizzatori digitali che “fanno capolino” in “Imposed Absence”, una gustosa (e preziosa) collection di dieci tracce, registrate tra il 1983 e il 2001, nel periodo d’imposta assenza, come recita il titolo appunto, poco prima del ritorno con “The Listening Room”, uscito nel 2002 sempre per “Palace Of Lights”. “Imposed Order/Imposed Absence” , disponibile in doppio Cd + Digital, o vinile + Digital, ci offre in 19 tracce un percorso in cui la ricerca sonora di Leimer raggiunge la piena maturità. Le ibridazioni del precedente “Land Of Look Behind”, così come gli esperimenti con l’ensemble Savant, lasciano maggior spazio a piccole e meticolose pieces di artigianato elettronico costruite con perizia, dove dominano le sonorità analogiche dei sintetizzatori e il caratteristico e inconfondibile tocco di Kerry. Si segnala la particolare cura nella selezione dei brani nel secondo cd, o Digital Download per l’edizione in vinile, in particolare lo splendido trittico di interludi pianistici: “Interval”, “Intervene” e “Intervein”, il crescendo per sintetizzatori e Mellotron di “A Nostalgia” e la conclusiva “The Surround”, un “adagio” dove pianoforte e sintetizzatori dal respiro quasi sinfonico chiudono al meglio questa ottima ristampa del musicista di Seattle. Credete di conoscere abbastanza Kerry Leimer? Ascoltate questo disco, ci sono ancora molte sorprese che aspettano solo di essere scoperte... 


Marco Calloni

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