La Piva Dal Carnér, Serie II, n.20, Gennaio 2018

Il ventesimo numero della seconda serie de La Piva Dal Carnér si apre con l’iconica immagine di una casa colonica al tramonto, situata all’Argine Francone di Cadelbosco Sopra (Re) e demolita negli anni Ottanta. Questa splendida fotografia riflette e riassume in modo impeccabile il contenuto di questa nuova emissione, in larga parte dedicate al florilegio poetico (con le relative traduzioni in italiano) dei primi otto classificati al Premio indetto nell’ambito delle iniziative della Associazione Degli Amici della PdC. Ad introdurle è un intervento di Denis Ferretti nel quale rimarca l’importanza di queste liriche nel tenere in vita il dialetto che rischia di scomparire nell’era della globalizzazione. “I dialetti sono il presupposto per rendere viva la stessa lingua italiana e lavorare per la conservazione dei dialetti e delle tradizioni locali è un elemento fondamentale per un’associazione come la nostra”, sottolinea Ferretti. “Il dialetto rappresenta non solo la tradizione linguistica, ma anche quella storica, culturale, religiosa ed economica. La lingua locale rappresenta la traccia genetica delle nostre origini. È da lì che partiamo, ma non è lì che ci si deve fermare. È una lingua vera e propria con cui possiamo affrontare ogni tematica anche attuale. L’intento del concorso oltre a quello della diffusione del dialetto è anche quello di valorizzare queste caratteristiche e smontare gli stereotipi che vorrebbero il dialetto adatto solo per proverbi antichi, pensieri nostalgici e barzellette volgari”. Le diciotto poesie in gara, firmate da autori provenienti da tutta la provincia di Reggio Emilia, presentano le diverse varianti dialettali della Città, della Bassa, della Montagna ed appartengono a vari generi, lirico, comico, devozionale, ermetico. Ad aggiudicarsi il primo premio è stata “Quêder ‘d avtòur” (“Quadro d’autore”) di Guido Sarzi, e al secondo posto si è piazzata “T ēr pressiōşa a la me véta” (“Eri preziosa alla mia vita”) di Ilde Rosati, mentre il terzo è andato a “E nôster bêl dialêt” (“Il nostro bel dialetto”) di Maria Teresa Pantani. Si prosegue con una interessantissima intervista a Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, il quale ha sottolineato l’importanza della conservazione e catalogazione delle fonti popolari, per soffermarsi sugli interventi legislativi della Regione per la salvaguardia dei dialetti e sui bandi volti alla valorizzazione della cultura tradizionale. Si torna a parlare di poesia, con particolare riferimento all’Appennino Reggiano nella sintesi della tesi di laurea di Eugenia Marzi che pone in luce gli aspetti educativi della filastrocca al Maggio Drammatico. Completano il numero la presentazione del n.54 di “Utriculus” a cura di Antonietta Caccia e una postilla sullo “Zampetto 2018”, imperdibile festa annuale de La Piva Dal Carnér. 

Salvatore Esposito

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