Si รจ svolto nella splendida cornice di Spello (in provincia di Perugia) il Festival “Spello Splendens”, promosso dal Centro Studi Europeo di Musica Medievale Adolfo Broegg. L’evento – che si รจ protratto per tre giorni, dal 4 al 6 gennaio scorsi, a ridosso delle feste natalizie – รจ giunto all’ottava edizione e si รจ configurato come un momento importante per avvicinare un pubblico piรน ampio a differenti espressioni musicali. A ben vedere, infatti, l’iniziativa interessa non solo le musiche medievali, ma anche quelle tradizionali e l’attenzione, in quest’ultima edizione, รจ stata posta in modo particolare sugli “antichi suoni della musica in festa”. Ciรฒ che va detto subito รจ che l’idea del festival coincide con le attivitร del Centro Studi e, in termini generali, puรฒ considerarsi come un momento di raccordo delle iniziative promosse dalla struttura dedicata ad Adolfo Broegg.
Questo perchรฉ se in Umbria si parla di musica, prima o dopo ci si imbatte nei suoi rappresentanti piรน importanti (come capita anche altrove d’altronde): Broegg รจ stato uno di questi. E i suoi compagni Micrologus ne mantengono viva la memoria, valorizzando soprattutto la sua ereditร . Se infatti il centro studi organizza concerti, spettacoli, conferenze, seminari, promovendo lo studio delle culture musicali antiche, il festival assume un profilo piรน performativo, sempre orientato da un programma specifico. Un profilo non tanto piรน spettacolare (leggendo la presentazione nel sito del Centro ci si imbatte anche in una riflessione su questa categoria: “il nostro Festival cerca di salvaguardare e promuovere una parte preziosa, troppo spesso bistrattata, della nostra storia, andando contro la moderna tendenza ‘spettacolare’ del quotidiano uso della cultura musicale”), quanto piuttosto di piรน ampio respiro. Scorrendo infatti il programma si puรฒ evincere con chiarezza l’intenzione degli organizzatori, che puรฒ essere rappresentata da uno sguardo duplice: appunto rivolto alla performance e, allo stesso tempo, a una riflessione, a uno studio e condivisione legati alle musiche antiche e tradizionali. Ovviamente negli ambiti citati rientrano espressioni articolati e non sempre coerentemente riconducibili a una categoria data una volta per tutte. Ma questo fa parte del gioco: i musicisti coinvolti lo sanno molto bene, cosรฌ come ne sono consapevoli gli organizzatori. Ad esempio questa ottava edizione ha visto la partecipazione del duo composto da Piero Brega e Oretta Orengo, con lo spettacolo dal titolo “Fuori dal Paradiso”, fondato su composizioni originali alternate a brani di tradizione orale.
Nello stesso filone si รจ inserito il Salentrio con Aldo Iezza (suonatori di fiati e giร membro dei Kalร scima) e – sebbene con sfumature differenti – le cantanti Sara Marini e Frida Neri. Quest’ultima, accompagnata alla chitarra da Antonio Nasone, ha presentato il concerto “A estrella do mar. Il Natale nella terra del Fado”, mentre Sara Marini & Paolo Ceccarelli (rispettivamente voce e chitarra) hanno presentato “Cantende sa Pasca de Nadale. Sono e boghe d’umbro sarda”. Il cerchio piรน direttamente legato alle musiche popolari si รจ chiuso con il concerto “Serenin. Canti e danze dell’Appennino delle Quattro Province” dell’ensemble Enerbia. Il festival ha rivolto uno sguardo attento anche alla musica antica. Da un lato attraverso la presenza dei Micrologus che, insieme ai Musicanti Potestatis, si sono esibiti nel concerto di inaugurazione “In Festa Nativitatis” nella chiesa di Sant’Andrea. Dall’altro lato attraverso la mostra permanente “Liuti e strumenti a corda dal Medioevo ai nostri giorni” (organizzata sulal collezione di Broegg) e i diversi incontri di studio e approfondimento. Tra questi ricordiamo lo stage tenuto da Goffredo Degli esposti dal titolo “Le cornamuse e le zampogne”, dedicato alla zampogna tradizionale, alla sordellina rinascimentale, alla cornamusa medievale e alla cornamusa elettronica.
Daniele Cestellini
Festival Spello Splendens. Gli antichi suoni della musica in festa, Spello 4-6 gennaio 2018
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18 gennaio
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