Sono trascorsi ormai quasi tre anni dalla prematura scomparsa di Pino Daniele e da quel momento l’ente no profit Pino Daniele Trust Onlus, presieduto dal figlio Alessandro, ha portato avanti con grande rigore la mission di valorizzare il patrimonio artistico lasciato dal cantautore napoletano, non solo attraverso la splendida mostra permanente ospitata dal Museo MAMT di Napoli, il volume “Qualcosa Arriverà” curato da Giorgio Vedelli o ancora il docu-film “Il tempo resterà” ma anche con curate pubblicazioni discografiche come la ristampa in versione estesa di “Nero a metà” e il cofanetto “Tracce di libertà” che raccoglieva una selezione dei brani pubblicati dall’esordio al 1980. A due anni di distanza da quest’ultimo, arriva il cofanetto “Quando” che racchiude il meglio dei quindici album realizzati per la Warner Music dal 1981 al 1999, le cui tracce sono state recuperate dai nastri analogici e digitali originali ed opportunamente rimasterizzate senza stravolgere l’essenza del suono. Edito in due versioni, rispettivamente di tre e sei dischi con quest’ultima impreziosita da un libro ricco di foto e documenti inediti di settantadue pagine e dal dvd del già citato film “Il tempo resterà”, il cofanetto offre la preziosa occasione per ripercorrere gli anni che dal grande successo di “Nero a metà” condussero Pino Daniele a cristallizzare il sound del “Neapolitan Power” con “Vai Mò” in cui giganteggiavano il manifesto artistico “Yes I know my way” e la poetica “Notte che se ne va”, e successivamente ad aprire una nuova fase della sua carriera, costellata da collaborazioni internazionali sempre più prestigiose fino a raggiungere i grandi successi commerciali degli anni Novanta. Lo scopriamo, così, alle prese con perle come “Tutta n’ata storia” da “Bella mbriana del 1982 o “Io ci sarò” e “Lazzari felici” da Musicante del 1984, dal vivo con “Sciò Live” con le splendide versioni di “Viento ‘e terra”, “Chi tene ‘o mare”, il medley “Appocundria/Putesse essere allero/Je sto vicino a te” e “Terra Mia”, e successivamente con i più sperimentali “Ferryboat” del 1985 e “Bonne Soirée” del 1987 nei quali spiccavano le collaborazioni con artisti internazionali come Gato Barbieri (sax), Mino Cinelu (percussioni), Nana Vasconcelos (percussioni), Pino Palladino (basso) e Steve Gadd (batteria).
Gli incontri e le collaborazioni musicali proseguirono anche negli anni a venire e non meno interessante è riascoltare gli estratti da dischi come “Schizzechea With Love” del 1988 in cui brillava quel gioiello che è “Anna Verrà” e “Mascalzone Latino” del 1989 per intensificarsi negl’anni Novanta con “Un uomo in blues”, “Sotto ‘o sole” e “Che Dio ti benedica” che oltre alla title-track conteneva “Sicily” con la partecipazione di Chick Corea. Un gusto diverso lo hanno oggi i brani degli anni Novanta, la fase forse più commerciale del percorso artistico di Pino Daniele ma non per questo non costellata da molteplici incroci ed attraversamenti sonori tra Napoli, il Mediterraneo e gli Stati Uniti. I tre dischi pubblicati in quel periodo “Non calpestare i fiori nel deserto” del 1995, “Dimmi cosa succede sulla terra” del 1997 e “Come un gelato all’equatore” ci svelano un Pino Daniele in grado di sfidare il mercato discografico con la sua cifra stilistica con le sinuose divagazioni pop “Io per lei”, “Resta.. resta cu’mme”, “Se mi vuoi”, “Che male c’è” e “Amici come prima”, ma c’è ancora tempo per un restart, una ripartenza e così arrivano in conclusione anche le nuove versioni di classici come “Je so’pazzo”, “A me me piace o’blues”, “Napule è”, “A testa in giù” e “Quanno chiove”, che fotografano il costante lavoro di Pino Daniele anche sul repertorio precedente. La vera chicca del cofanetto è però rappresentata dal disco di inediti che mette in fila sedici brani tra provini come “Anima”, i demo di “Se mi vuoi (Dimmi dove sei”), Mazzo di rose (Sciorocco d’Africa)” ma anche versioni alternative come nel caso di “Canto do mar” e “Per te”, le basi studio per chitarra e il tema sinfonico di “Qualcosa arriverà” dal film “Il tempo resterà”. Insomma, “Quando” è la fotografia di una fase importante del percorso artistico di Pino Daniele che merita certamente di essere riscoperta non solo da quanti lo hanno amato ma anche da coloro che si avvicinano solo ora alla sua discografia.
Salvatore Esposito
Foto di Guido Harari