Tiziana Portoghese, Francesco Palazzo, Folksongs Ensemble – Folksongs! Vol.2 (Digressione Music, 2017)

A distanza di tre anni dal pregevole primo volume del progetto “Folksongs!”, il duo composto dal mezzosoprano Tiziana Portoghese e dal fisarmonicista Francesco Palazzo, prosegue il proprio originale percorso di ricerca musicale con “Folksongs! Vol.2”, album nel quale hanno raccolto diciassette brani per lo più tradizionali, incisi dal vivo, con il Folksongs Ensemble, formazione a geometrie variabili composta da ben diciassette strumentisti, guidata dal maestro concertatore Andrea Gargiulo. Abbiamo intervistato Francesco Palazzo per farci raccontare questo nuovo lavoro, focalizzando la nostra attenzione sulla sua genesi ed in particolare sugli arrangiamenti orchestrali e la scelta del repertorio.

Il volume 2 di Folksongs arriva a due anni di distanza dal primo e splendido disco. Come si è evoluto in questi due anni il vostro sound?
Mentre nel primo album era chiara l'identità del duo fisarmonica e voce con incursioni di percussioni nel secondo volume è maturata sempre più l' idea di una sonorità orchestrale.

Quali sono le differenze e le identità tra il primo e il secondo volume?
Abbiamo focalizzato la nostra ricerca maggiormente sull'aspetto etnico rispetto al primo disco in cui c'erano più generi diversi e quindi aveva un carattere più antologico. Questo disco ha decisamente un taglio più etnico.

La novità sostanziale del volume 2 è rappresentata dalla presenza del Folksong Ensemble diretto da Andrea Gargiulo e in cui spiccano, tra gli altri, Roberto Ottaviano e Mauro Squillante. Com’è nata l’idea di farvi affiancare da questo ensemble a geometrie variabili?
Trattandosi di folksongs la fisarmonica suona in quasi tutti brani. Ho concepito l'orchestrazione come una forma di espansione della sonorità del mio strumento che di volta in volta cambia colore un po' come avviene attraverso l'uso dei suoi registri. È venuta spontanea l'idea di una sorta di fanfara, o piccola orchestrina balcanica sebbene in alcuni momenti si tinga di colore più lirico grazie alla presenza dell'arpa e dei clarinetti. 
L'ensemble mobile nasce dall'esigenza di calare ogni brano in una specifica emozione, per creare una sorta di ambientazione sonora di volta in volta diverso e in qualche modo unico. È stato un pò come cucire un vestito adeguato per ogni brano. Ad ogni traccia si affronta un viaggio e ci si cala in un nuovo paese, un nuovo mondo, una nuova storia...

Quanto è stata importante per il progetto Folksongs la lezione di Luciano Berio, Benjamin Britten, e Johann Gottfried Herder?
Le precedenti realizzazioni dei cicli di Folsongs da parte dei compositori del passato sicuramente sono state di esempio ma soltanto sullo sfondo, e in lontananza. La lezione che abbiamo accolto sta nella possibilità di interpretare in senso eterogeneo queste songs. Ho cercato di andare oltre un linguaggio specifico che invece lega fortemente i compositori del passato, essere legati  ad uno stile. In questo secondo ciclo di Folksongs ho cercato di costruire di volta in volta un linguaggio adatto al tema e allo stile del pezzo, a volte contemporaneo, a volte più pop, a volte più etnico...

Quali sono stati i criteri di scelta del repertorio da interpretare?
La varietà. Abbiamo cercato di alternare genere e colori diversi.

Nel disco sono presenti anche alcuni brani con musiche originali come “Statis Florigero” musicata da Tiziana Portoghese su testo dei Carmina Burana?
"Estatis florigero tempore", "A sunny day", e quelli che erano presentati come "Tre canti popolari" del primo disco sono ripresentati in questo secondo volume in veste orchestrale. Ci è sembrato bello mantenere un legame forte con il progetto iniziale.

Il disco abbraccia tradizioni musicali differenti dall’Italia al Nord Europa fino a toccare l’Africa e l’Asia. Qual è il comun denominatore di queste musiche del mondo?
La musica popolare contiene dei temi comuni, una sorta di archetipi culturali: la fanciulla sedotta e a volte abbandonata, l'amore non corrisposto, il ricordo di un passato idilliaco, o della bellezza perduta. Ci si può spostare geograficamente anche di migliaia di chilometri ma alla radice molto spesso si incontrano le stesse tematiche. 
Forse soltanto con il brano giapponese ci siamo spinti più in una dimensione metafisica, che comunque ci appartiene molto.

Dal punto di vista prettamente vocale, quali sono le novità che presenta quel nuovo disco a livello di timbri e colori musicali?
La voce per Tiziana è uno strumento che possiede la possibilità di declamare versi poetici. Al primo posto c'è l'intento espressivo di creare suggestioni, paesaggi emotivi. La sua vocalità piuttosto che dipendere da una forzata ricerca tecnica asseconda il senso profondo dei brani, facendo emergere il significato del testo. Una sorta di rilettura della teoria degli affetti dove testo e musica sono strettamente legati e interconnessi. L'impostazione lirica, leggera, pop o "antica" è solo, quasi, un particolare irrilevante.

Il primo volume vi ha portato ad esibirvi anche all’estero, ed in particolare in Russia. Come saranno i concerti in cui presenterete Vol.2?
Ci aspettiamo molto da questo nuovo lavoro. Sarebbe molto bello stabilire delle collaborazioni con ensemble o direttori d'orchestra... E poi abbiamo ancora tante idee per tanti altri volumi di Folksongs!!


Tiziana Portoghese, Francesco Palazzo, Folksongs Ensemble – Folksongs! Vol.2 (Digressione Music, 2017)
#CONSIGLIATOBLOGFOOLK

Registrato dal vivo l’8 ottobre 2016 presso la Sala Multimediale della Fondazione Onlus Giovanni Paolo II, “Folksongs Vol.2” segue a tre anni di distanza il primo volume che cristallizzava il fortunato incontro artistico tra il mezzo soprano Tiziana Portoghese e il fisarmonicista Francesco Palazzo. Se il precedente si caratterizzava per un approccio prettamente cameristico alle riletture di composizioni del repertorio classico e contemporaneo, ispirate alle tradizioni popolari, in questo nuovo lavoro il duo ha spostato più avanti i confini della propria ricerca sonora proponendo una selezione di canti popolari da tutto il mondo, attraverso arrangiamenti orchestrali dagli originali addentellati in territori sonori diversificati, muovendosi sulle coordinate tracciate da Luciano Berio, Benjamin Britten e Johann Gottfried Herder. Ad affiancare il duo troviamo, infatti, il Folksongs Ensemble, una brillante formazione a geometrie variabili, diretta sapientemente da Andrea Gargiulo e composta da solisti come: Roberto Ottaviano al sassofono, Mauro Squillante al mandolino, e Lucia Bova all’arpa e strumentisti di valore quali: Giuseppe Scarati alla tuba, Antonio Demarco al trombone, Vito Vernì al corno, Martino Chiarulli alla tromba, Michele Bozzi ai flauti, Antonio Di Maso ai clarinetti, Michele Consueto al clarinetto, Sara Picuno al clarinetto, Lidia Valerio al clarinetto basso, Luigi Morleo, Vitantonio Gasparro e Vincenzo Guerra alle percussioni. Ottoni, flauti, clarinetti e percussioni si incontrano ora in nuclei più piccoli ora a pieno organico mescolando echi bandistici, spaccati sinfonici e sorprendenti aperture jazzy che arricchiscono il sound di nuovi colori e nuovi timbri impreziosendo il dialogo tra la straordinaria voce della Portoghese e i mantici di Palazzo. Durante l’ascolto, a colpire sono innanzitutto le nuove versioni orchestrali di brani, già ascoltati nel primo volume, come “Estatis Florigero” di Tiziana Portoghese (su un testo tratto dai “Carmina Burana”) e i “Tre canti popolari” (“A la claire fontaine”, “Ederlezi” e “Arirang”) e la versione strumentale di “A Sunny Day”. Quasi fosse un viaggio sonoro intorno al mondo, il disco riserva un susseguirsi continuo di soprese a partire dai canti del Nord Europa come i tradizionali svedesi “Liten Karin” e “Wermeland”, e quelli inglesi con la ballad elisabettiana “The Willow Song”, la splendida “The Pretty Girl Milking Her Cow” impreziosita dall’arpa solista di Lucia Bova e “The Salley Gardens” in cui gigantegia il sax di Ottaviano. Il percorso si dipana, poi, dall’Oriente con il tradizionale giapponese “Sakura” all’Africa (“African Echoes”) per fare ritorno in Europa con le tappe in Spagna (“A un niño ciegocito” e “Yo m’alegro”), Portogallo (“Modiñha”) e Sicilia (“Si maritau Rosa”). Insomma “Folksongs! Vol.2” è un lavoro di straordinaria bellezza, frutto di dedizione e passione, che non mancherà di colpire nel profondo la sensibilità di quanti vi dedicheranno un ascolto attento.


Salvatore Esposito

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