Paolo Fresu & Uri Caine – Two Minuettos (Live In Milano) (Tǔk Music/Ducale, 2016)

L’incontro tra Paolo Fresu e Uri Caine ha rappresentato una delle collaborazioni più belle ed affascinanti che il mondo del jazz abbia regalato negli ultimi anni. Il timbro malinconico e denso di lirismo della tromba del musicista sardo e lo stile unico del pianista di Filadelfia si sposano in modo sublime dando vita ad una ricerca sonora a tutto campo che spazia dall’avanguardia al repertorio classico, passando per il blues, la tradizione americana e il jazz. Qualcosa di ben diverso, insomma, dalle tante collaborazioni, anche di prestigio, che si ascoltano abitualmente, come emergeva già in “Things” del 2006 e “Think” del 2009. A sette anni di distanza da quest’ultimo, Paolo Fresu e Uri Caine tornano con “Two Minuettos”, disco dal vivo che raccoglie il meglio di tre concerti tenuti al Teatro dell’Elfo di Milano nell’inverno del 2015, nel corso dei quali replicarono con successo l’esperienza di Umbria Jazz Winter ad Orvieto dove avevano dato vita a quattro serate tematiche in cui esploravano ora la musica barocca, ora gli standard jazz, ora ancora il repertorio classico e composizioni originali incise nei precedenti lavori. Registrato dal team della Radio Svizzera di Lugano e remixato da Stefano Amerio, il disco non è semplicemente il documento di una serie di concerti superlativi, ma è soprattutto un esempio di pura bellezza musicale. Fresu e Caine dialogano ed improvvisano in modo sorprendente, dando vita ad un interplay perfetto che colora di sonorità cangianti i vari brani. Ad aprire il disco è la superba rilettura di “Minuet in G Minor” di Joan Sebastian Bach, che rappresenta la proiezione verso il futuro dello stile compositivo del compositore tedesco. Si prosegue con la superba rilettura di “I Love You Porgy” di George Gershwin e quel gioiello che è “Symphony no.1, 3rd Moviment in D Minro” di Mahler” che si scioglie in una toccante rilettura di “Almeno Tu Nell’Universo” dal songbook di Mia Martini. Il lirismo del medley tra “All I Want” di Joni Mitchel e “Give Peace A Chance” di John Lennon ci introduce alla trascinante “La Travagliata” di Barbara Strozzi, esempio lampante della straordinaria capacità del duo di muoversi tra repertori differenti. Dalla musica barocca si torna al jazz con la pregevole “Nature Boy”, ma è solo un momento perché la figura di Barbara Strozzi ritorna in “Sino Alla Morte Mi Protesto/L’Amante Bugiardo”. Il disco si chiude con la ripresa di “Minuet in G Minor” sempre dal repertorio di Bach ma questa volta in una versione ancor più intensa che fa da preludio alla struggente “Caruso” di Lucio Dalla, proposta come ghost track. Fresu e Caine con questo nuovo album dimostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la loro capacità di spostare sempre più avanti i confini della ricerca sonora, in nome della bellezza, della passione e dell’armonia. 


Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia