Sabato 18 febbraio Enrico de Angelis, Direttore artistico del Club Tenco, ha confermato le sue dimissioni dalla carica - rassegnate in autunno - durante un’assemblea straordinaria dei soci, tenutasi a Sanremo e convocata proprio allo scopo di conoscere le ragioni di questa decisione; ragioni che apparivano gravi già dalla lettera che le accompagnava, in cui si parlava di invadenze istituzionali e conflitti di interesse. Durante l’assemblea de Angelis ha anche rassegnato le dimissioni dal Consiglio Direttivo, seguito da Annino La Posta, ben noto ai critici musicali in quanto responsabile e garante delle votazioni delle Targhe Tenco. Infine, ha lasciato anche Ersilia Ferrante, consigliera molto attiva durante gli eventi culturali nella sede del Club. La prima dei non eletti, che avrebbe dovuto subentrare proprio a de Angelis, Désirée Lombardi, da anni direttrice di palco durante la Rassegna, non ha accettato l’incarico. Sono entrati quindi gli altri due non eletti: Umberto Ferrero e Luciano Barbieri, responsabile dell’Infermeria dell’Ariston (che non distribuisce medicine, ma molto vino durante gli intervalli della Rassegna, già dai tempi d’oro di Guccini). Il Direttivo ha poi chiamato Mario De Luigi, nome storico del Club, a occupare il terzo posto vacante. Gli altri consiglieri sono il presentatore Antonio Silva, il segretario Andrea Salesi, la responsabile amministrativa Graziella Corrent, il responsabile legale Nino Imperatore, il nuovo Direttore artistico Sergio Secondiano Sacchi e Stefano Senardi, che nel mondo della musica italiana non ha certo bisogno di essere presentato.
Durante l’assemblea i soci hanno anche appreso che a Enrico Deregibus, ufficio stampa del Club, non è stato rinnovato l’incarico, dopo che un anno prima, proprio per mantenere quel ruolo, si era dimesso da socio e da consigliere.
E fino a qui i fatti. Noi però abbiamo deciso di capire meglio, abbiamo letto sintesi di relazioni, comunicati stampa, reazioni sui social network e, soprattutto, abbiamo parlato con i colleghi coinvolti, alcuni dei quali hanno anche partecipato all’Assemblea. Il quadro che ne è risultato è preoccupante. A noi piace parlare di musica, di concerti, di dischi, di progetti artistici. Ma il Club Tenco e la Rassegna della Canzone d’Autore sono troppo importanti in Italia per far finta di niente di fronte al pericolo che un bene di tutti finisca per perdere lo spirito libero delle origini, come paventa de Angelis. Cercheremo quindi di porre domande che a nostro parere sono bisognose di risposta.
Enrico de Angelis è nel Tenco da sempre, dal 1972. Questo gesto che appare purtroppo definitivo deve essergli costato davvero tanto. Qui si parla di quarantacinque anni di vita dedicata alla musica e al Club. Ricordiamo anzi che il termine “Canzone d’autore” se l’è inventato proprio lui. Migliaia di articoli, di esperienze, libri e pubblicazioni: non si fa torto a nessuno nel dire che è il più importante storico della materia. Al Tenco ha dato tanto e tanto il Tenco ha restituito.
Eppure ci hanno raccontato che de Angelis è stato accusato, più o meno velatamente, di aver fatto una specie di appropriazione di immagine. Come se, in poche parole, si fosse fatto forte della sua carica e grazie a questa avesse potuto girare per l’Italia e costruire la sua figura mediatica. Un’accusa che ci meraviglia, perché i soci del Tenco dovrebbero essere i primi a conoscerne i meriti intellettuali e culturali, che prescindono dalla Rassegna sanremese, e capire che casomai si tratta di uno scambio reciproco. Ben altre accuse sono quelle che de Angelis usa per motivare le dimissioni; circola in rete una sintesi del suo intervento all’assemblea che le spiega molto chiaramente. Ne riportiamo qualche punto: «Sono più di cinque anni che all’interno del Direttivo … vige una dialettica di diffidenze, posizioni arbitrarie, attacchi, provocazioni, voltafaccia, segni di sfiducia reciproca… Ho stretto i denti per anni nel tentativo di salvare il “Tenco”, ma ora non posso più... Personalmente, poi, non mi piace il coinvolgimento di dirigenti del Club in attività lavorative sistematiche e continuative per artisti o organizzazioni musicali che potrebbero avere interessi (economici, artistici, culturali) in contraddizione con il Club, così stabilendo inevitabilmente legami e relazioni con realtà alle quali noi dovremmo restare impermeabili. In qualche caso si tratta anche di legami con una società, per quanto benemerita, che è anche etichetta discografica e management di artisti, cosa mai accaduta in 40 anni di Club Tenco. Il grande intuito originale del Club, lo spirito che l’ha animato dal primo giorno, è stato quello del nobile dilettantismo, della “professionalità” sì ma non del professionismo. Lavorare al di fuori dei mestieri della musica ci aveva sempre reso amabili di fronte a tutti, liberi, inattaccabili, generosamente super partes. Non condivido nemmeno il continuo tentativo da parte delle istituzioni sanremesi di accomunarci ad altre realtà a noi del tutto estranee dal punto di vista artistico e culturale, da Sanremo Expo al Festival di Sanremo ad Area Sanremo;
tentativo che la maggioranza del Direttivo non sta arginando; al contrario, dirigenti del Club vi sono direttamente implicati in ruoli anche di alta responsabilità, a volte senza che nemmeno ce ne venga data comunicazione con trasparenza. Col risultato, ad esempio, che nostri eventi, imposti o no, sono comunque finiti tra i cosiddetti “eventi collaterali” degli ultimi due Festival.». È vero: un comunicato di un grosso ufficio stampa ha parlato della mostra su Luigi Tenco – realizzata autonomamente dal Club in sede – come di un evento collaterale del Festival di Sanremo (troviamo inquietante invece che altri siano stati addirittura imposti), all’interno di un progetto del Comune: “Sanremo città della musica” che ricomprende Il Festival, il Tenco, Area Sanremo, L’Orchestra sinfonica di Sanremo, eccetera. Alcuni consiglieri del Club hanno un ruolo di alta responsabilità in queste realtà, del tutto legittimamente – sia chiaro – ma è evidente che la preoccupazione sui conflitti di interesse all’interno del Direttivo non è frutto di una paranoia. Nel Club ci sono molti soci che si occupano di musica e non potrebbe essere altrimenti. Ben altro discorso è avere un ruolo decisionale nel Club e al contempo rapporti professionali, per esempio, con società di management o con etichette discografiche, soprattutto quando non ci si fida più l’uno dell’altro. Nel Consiglio Direttivo restano, però, figure storiche di rilievo, come Antonio Silva, e immaginiamo che la scelta di inserirvi Mario De Luigi – dopo quindici anni di volontaria assenza – sia stata dettata dalla volontà di garantire anche all’esterno lo spirito originario del fondatore Amilcare Rambaldi.
Anche il nuovo Direttore artistico, Sergio Secondiano Sacchi, è uno della vecchia guardia e ha avuto spesso un ruolo attivo nelle scelte artistiche del Club. Non abbiamo il piacere di conoscerlo di persona, ma d’altronde lui vive a Barcellona, dove organizza e anima “Cose di Amilcare”, dando spazio e rilievo alla musica d’autore internazionale. Anche perché di quella nazionale – secondo quanto dichiarato privatamente e pubblicamente più di una volta – pare non abbia alcuna fiducia. La ritiene ormai una vena secca e non vitale. Ed è questo che ci inquieta di più. Se, infatti, il nuovo Direttore pensa che la Canzone d’autore in Italia non esista più, perché allora proseguire con la Rassegna? Ma soprattutto ci chiediamo più praticamente che fine faranno manifestazioni come “Il Tenco Ascolta” (creatura proprio di de Angelis) che hanno dato spazio a tante realtà nuove della musica di qualità in Italia (e che certo non saranno felici di essere considerate agonizzanti)? E poi, che fine faranno le Targhe Tenco? Che tipo di rilievo culturale darà loro il nuovo Direttore, se ha una bassa considerazione della produzione italiana? Noi di “Blogfoolk” abbiamo partecipato attivamente in questi ultimi tre anni alla Commissione che selezionava i dischi da sottoporre alla Giuria. Abbiamo ascoltato per mesi più di 500 dischi all’anno, che tutto erano tranne che morti. Ci siamo resi conto del grande fervore artistico che c’è in Italia nella musica popolare, in quella d’autore, nell’indie. Un mondo che cerca sempre più spazio e visibilità. Ne tenga conto il nuovo Direttore, non lo trascuri. Anche perché, se non sarà al Tenco, questo spazio verrà trovato altrove e non sarà certo un cimitero di zombie. E per tornare al nostro lavoro per la Commissione, dobbiamo quindi al nuovo corso se questa esperienza è stata cancellata? Ricordiamo per chi non lo sa che quest’anno sono stati anticipati i tempi di votazione e abolita la Commissione. A giugno dovremo votare sull’intera produzione discografica di dieci mesi e a oggi non è stata data alcuna comunicazione ad artisti e uffici stampa per far partire la macchina che consentirà loro di inviarci i dischi.
O se tale comunicazione è stata fatta, a noi non è arrivata. E siamo a marzo. Darci così poco tempo per scegliere favorirà la vittoria dei soliti noti, produrrà cinquine scontate, impedirà la scoperta dei tanti talenti che abbiamo incontrato negli anni scorsi. Perché un passo indietro come questo? Per conoscere prima i vincitori – ci è stato spiegato – e avere tempo di darne comunicazione, in modo da poter vendere più biglietti. Molti soci intervenuti all’assemblea ci hanno raccontato che una delle cose ripetute più volte è stata: “Bisogna riempire l’Ariston”. Cosa diventerà quindi la Rassegna? Una manifestazione musicale di prestigio come tante, un luogo per vecchie glorie che riempiono un teatro a beneficio degli utenti locali? È vero che il Club Tenco è nato a Sanremo, ma è un bene comune italiano: ci aspettiamo che rappresenti molto di più. E per finire con le Targhe, che rilievo darà il nuovo Direttivo a questa giuria di più di duecento critici – tra i quali spiccano nomi di grande prestigio – se è vero che si è dubitato in questi mesi della sua trasparenza? Ci sono state addirittura insinuazioni sul fatto che alcuni avrebbero vinto per favorire certi uffici stampa. Possibile? Ci siamo fatti spiegare dai diretti interessati che tutti i membri del Direttivo possono consultare le e mail con le schede votate. La poca trasparenza quindi dovrebbe riguardare proprio noi che votiamo. Si dubita della nostra onestà? Qualcuno ci avrebbe comprato? Oppure abbiamo seguito logiche di scambio? E, in definitiva, si ha una considerazione così bassa di questa votazione anche all’interno del Club?
E allora, se le cose stanno così, che senso ha? Non vogliamo essere ringraziati per il lavoro che facciamo, ma pretendiamo maggior rispetto per lo sforzo compiuto e per la nostra onestà. Così come nessun dubbio abbiamo sulle intenzioni genuine del nuovo Direttivo che – leggiamo dal comunicato di presentazione – vuole dare un segno di discontinuità con il passato, rendendo più collegiali le scelte artistiche. Siamo curiosi di capire in che modo, perché all’interno ci sembrano poche le figure in grado di potersene occupare e sarà importante valutare la sintesi del loro lavoro e della loro sensibilità artistica. Aspetteremo e valuteremo serenamente. Intanto il primo risultato è l’evento di maggio "Complice la musica 2017 / Musiche da New York", con una tappa del tour del già Premio Tenco Patti Smith e altri ospiti ancora non definiti. Una novità l’abbiamo già vista in questa occasione: una foto sui Social Network della locandina dell’evento, nella quale figura un bel primo piano dell’artista e la dicitura: “Patti Smith e altri interpreti”. È la prima volta che vediamo un manifesto di un evento del Tenco con la foto della Star e il suo nome in risalto. Sicuramente servirà per “riempire l’Ariston”, ma attendiamo ansiosi la tradizionale locandina che riporta i nomi degli artisti tutti della stessa grandezza e in ordine alfabetico: su questo, per carità, non siate discontinui.
Salvatore Esposito e Ciro De Rosa
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