Derek Gripper – Libraries on Fire (New Cape Records, 2016)

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Una chitarra solista, raccolta in una registrazione pomeridiana in uno studio di Cape Town, con un microfono e senza post-produzione. “Libraries on Fire” è il nuovo album del virtuoso chitarrista sudafricano Derek Gripper (nato nel 1977), che ha trasposto sulla sei corde – uno strumento costruito dal liutaio bavarese Hermann Hauser III – composizioni per kora, la spettacolare arpa-liuto a 21 corde dei cantastorie mandinghi, che ha il suo epicentro stilistico tra Mali, Senegal, Guinea e Gambia. L’artista aveva già mietuto consensi con il suo precedente disco del 2012 intitolato “One Night on Earth”, in cui riprendeva brani di Ali Farka Touré e Toumani Diabate, impressionando non solo lo stesso creativo strumentista di Bamako, ma l’immenso chitarrista John Williams. Studi di piano e violino a scuola, poi Gripper suona il basso in una rock band, fino a rivolgersi alla chitarra classica, che imbraccia già in piena adolescenza. La scoperta del suono della kora e delle chitarre maliane fanno il resto, tant’è che si lancia in un indefesso studio imitativo dei raffinati pizzicatori di corde antiche dell’Africa occidentale. Impressiona il modo con cui Gripper governa le linee di basso distintive del suono del kora, le dolci cascate di note e gli scatti incisivi; notevole la sua capacità di gestire e bilanciare gli elementi melodici. Il titolo di questa seconda opera dedicata a classici per kora fa riferimento alla celebre immagine metaforica della biblioteca che va in fumo ogni volta che un anziano scompare in Africa. Si parte con “Duga”, un brano di Sekou Batourou Sekou, uno dei maestri di Toumani, reso in maniera magistrale in equilibrio tra improvvisazione, senso ritmico e abbellimenti. “Lampedusa” è stata concepita per due kora da Toumani e da suo figlio Sidiki, eppure Gripper riesce a combinare le due voci strumentali sulla sua chitarra. “Miniyamba” è un antico canto mande, appreso dagli archivi della British Library e parte del repertorio del gambiano Jali Nyama Suso (1925-91). 
La versione di archivio incontra la rilettura fattane da Toumani Diabate e da suo figlio, Ancora una volta, Gripper riesce a condensare due kora in un chitarra sola. Sublime la resa di “Salama”, proveniente da quel caposaldo che è stato “New Ancient Strings”, la registrazione di Toumani Diabate con il cugino-fratello Ballaké Sissoko. “Dove si incontrano I due fiumi”, questo è il significato di “Bafoulabe”. In realtà, la canzone originale parla di un ippopotamo che vive in armonia con la gente di un villaggio fino all’arrivo di un cacciatore bianco, in epoca coloniale, che lo uccide; la versione proviene ancora dalla raccolta “New Ancient Strings”. ”Si Naani” riproduce il coté innovativo del kora mediante l’uso di nuove accordature che riproducono la scala temperata. Il brano è derivato dalla fusione di due canti tradizionali: “Musu Maramba” e “Njaaro”; nella trasposizione sulla chitarra, Gripper si è avvalso di un’accordatura di Egberto Gismonti, il compositore brasiliano di cui è grande estimatore. “Maimouna” fa parte del repertorio di Ballaké Sissoko, artista dallo stile trascinante, comunque diverso da quello di Toumani; la versione di Gripper è suonata in Re, una terza al di sotto dell’originale di Ballake. Invece, “Korabali” era stato composto in origine per il liuto ngoni, basato su una melodia tradizionale settecentesca. Dal momento che il brano serve a celebrare personalità importanti, Gripper lo ha dedicato a Mandela, che era ricoverato in ospedale quando il musicista ha iniziato a suonare questo pezzo. La conclusiva “Alfa Yaya / Anna Magdalena” appartiene a Amadou Bansang Jobarteh (c.1914-2001), fratellastro del padre di Toumani, uno dei grandi suonatori gambiani. Il lamento per AlfaYaya Diallo, che lottò contro il colonialismo francese, è accostato a una composizione dedicata alla seconda moglie di Bach. Inevitabile la domanda: ma perché suonare su una chitarra ciò che magnificamente possiamo ascoltare sul cordofono dei bardi mandinga? Gripper ha le idee chiare: un personaggio come Toumani Diabate è come il Segovia del kora. Pertanto Gripper si prefigge lo scopo di portare il repertorio verso nuovi pubblici, sollecitando i chitarristi classici a introdurlo nei loro programmi concertistici. 



Ciro De Rosa

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