Berardo + Madaski – Gran Bal Dub (granbaldub.com)

Il progetto “Gran Bal Dub” nasce dalla collaborazione tra il musicista piemontese Sergio Berardo, ben noto essere il frontman dei Lou Dalfin, e Madaski, co-fondatore degli Africa Unite considerato uno dei principali esponenti della scena dub italiana, i quali hanno unito le forze per esplorare le connessioni tra la musica delle Valli Occitane con i suoni della dancehall. La ghironda degli antichi suonatori itineranti, che fino alla metà del secolo scorso attraversavano l’Europa diffondendo le musiche identitarie della cultura d’Oc, incontra la contemporaneità dell’elettronica, dando vita a sorprendenti incroci ed attraversamenti sonori tra presente, passato e futuro. Base di partenza per il lavoro di esplorazione sonora compiuto da Sergio Berado e da Madaski sono stilemi musicali delle forme coreutiche occitane che vengono decostruite e ricomposte su ardite architetture sonore dub. Il risultato di questa collaborazione è l’Ep omonimo, distribuito gratuitamente in download digitale  su www.granbaldub.com nonché su tutte le piattaforme streaming, realizzato con la collaborazione di due giovani suonatori emergenti dell’Occitania italiana: Chiara Cesano al violino e Roberto Avena alla fisarmonica, i quali contribuiscono in modo determinante a caratterizzare il legame tra radici e modernità. Composto da sei brani, di cui cinque firmati da Berardo, remixati e prodotti da Madaski, l’Ep si apre con trascinante chapelesa “Joan Cavalier” che si evolve in un irresistibile ritmo in levare. Si prosegue con il rodeaux “Vidorle” che conserva intatto il fascino melodico tradizionale e con le esplosive collisioni sonore della borreia “Famous Wolf” firmata da Nigel Eaton. Il vertice del disco arriva però con i due circle “Roccerè” e “La frema del rey” che ben riassumono le istanze sperimentali di questo lavoro, la cui specificità non risiede unicamente nella sua godibilità o ballabilità ma piuttosto nello spessore qualitativo sotteso alla ricerca sonora. Il ballo in cerchio della tradizione occitana viene proiettato verso una dimensione nuova, senza perdere il fascino e la sua intensità melodica. Chiude il disco il branle “Branle des chevaux” con il suo ritmo da marcia solenne, suggellando un lavoro assolutamente interessante e del quale si auspica un seguito in forma di disco. 


Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia