Per archi, Anno XI, Numero 8/9, Giugno 2016, LIM, pp. 248, Euro 20,00

Da undici anni, seppure con periodicitร  non sempre regolare, questa esperienza editoriale brilla per approfondimento di studi sulle musiche per strumenti ad arco, indagando storia, pratiche strumentali, forme di comunicazione, partiture, liuteria, personaggi e compositori, tra storia e contemporaneitร . Il taglio trasversale sulle musiche porta con sรฉ che le analisi incrocino la cosiddetta tradizione classica euro-colta, le musiche tradizionali di derivazione orale e la popular music. Non รจ un caso che ad assicurare la continuitร  di ‘stile’ e l’apertura nell’approccio sia la figura di Maurizio Agamennone, nel ruolo di direttore responsabile, mentre nel comitato scientifico ci sono studiosi del calibro di Vincenzo Caporaletti, Serena Facci e Giovanni Morelli. Invece, la direzione e redazione รจ affidata al Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Universitร  di Firenze. Venendo al numero 8/9, la sezione saggi รจ aperta dal contributo di Placida Staro “Come sconfiggere un violino e uscirne sani di mente. Che cosa si puรฒ imparare dagli usi dei suonatori in Valle Savena”, che dall’Appennino bolognese propone una riflessione basata sulla sua lunga esperienza di studiosa, osservatrice, didatta e soprattutto violinista di musica da ballo tradizionale. Ancora il mondo del violino popolare รจ il protagonista dell’intervento di Lorenzo Pelizzari, intitolato “Violini di montagna. Musiche, strumenti e suonatori nella Valle del Caffaro”: qui, partendo dalla prassi violinistica strumentale, che caratterizza i repertori del Carnevale di Bagolino e di Ponte Caffaro, nel bresciano, si ricostruiscono nessi con l’attivitร  di musicisti migranti, attivi a Venezia nei secoli sedicesimo e diciassettesimo. Al centro di due altri contributi รจ la viola d’amore: il primo dร  spazio alla trascrizione della partitura dell’opera di Lorenzo Romano “Musiche ‘per archi’. Chi ha paura delle maree. Per Viola d’Amore ed Elettronica (2012)”, il secondo, “Tracce fresche di una viola d’amore”, a firma di Giovanni De Zorzi e Pierpaolo Pontarollo, si occupa – nella prima parte – della presenza dello strumento nella Istanbul contemporanea, in continuitร  con il suo uso nel Settecento ottomano, mentre nella seconda parte, gli stessi autori ci riportano in Italia, a Milano, mettendo su carta una lunga e articolata conversazione (raccolta in occasione di concerti alla Biennale Musica del 2013) con il violista Marco Fusi e i compositori Andrea Mancianti e Federico Gardella sulla contemporaneitร  della scrittura per viola d’amore. A seguire, due percorsi sul mondo del contrabbasso: Uxรญa Martรญnez Botana propone “Contrabbassisti, oggi. L’esperienza di due giovani strumentisti dell’etร  di inizio millennio. Parte prima”, Enrico Fagone presenta “Contrabbassisti, oggi. L’esperienza di due giovani strumentisti dell’etร  di inizio millennio. Parte seconda”. Con il musicista Ludovico Tramma entriamo, invece, nella sezione di didattica dello strumento con un focus sul maestro e pedagogo Francesco Sfilio (1876-1976),catanese di nascita ma ligure di adozione, fondatore di una scuola ispirata al metodo paganiniano: “Un violinista e didatta dimenticato: Francesco Sfilio, il “Sarasate italiano”. Infine, chiude il volume “Eddie South: un black gipsy a Parigi (e il problema delle formule)”, dello studioso di musiche di ascendenza afro-americana Vincenzo Caporaletti, sul piรน rappresentativo violinista nero di ambito jazz, che analizza la trascrizione musicale di “Eddie Blues” e “Sweet Georgia Brown”, provenienti da un disco del 1937, in cui il violinista si esibiva accanto al chitarrista manouche Django Reinhardt. 

Ciro De Rosa

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