Giunto alla Ventunesima edizione, l’Ariano Folk Festival si afferma come una delle rassegne che resistono nel Sud Italia e nel contempo conferma la sua importanza con un ricco ed intenso programma di eventi. Tema centrale dell’edizione 2016, svoltasi nella cittadina irpina dal 18 al 22 agosto è il Metixage, neologismo coniato per intendere la voglia di aprirsi sempre di più a culture diverse ed intorno alla quale aggregarsi grazie ad una proposta musicale estremamente variegata e trasversale. Si è iniziato sul palco principale, il Folkstage, realizzato per il secondo anno in piazzale Calvario, il 18 agosto con una serata all’insegna del meticciato musicale con i concerti della band Xixa dall’Arizona e de La Dame Blanche, musicista cubana che vive a Parigi. Il sestetto Xixa, che ha pubblicato quest’anno il primo disco “Bloodline”, prende nome ed ha come riferimento musicale la chicha, la musica di strada peruviana, combinata con umori psichedelici e con un’estetica del deserto, associata all’idea di libertà, solitudine, nomadismo, sogno. Anche a giudicare dai lineamenti dei visi dei musicisti che si sono potuti vedere sotto i cappelli da gringos indossati durante la loro performance, la formazione fa riferimento ad un crogiuolo multiculturale che parte dalla musica nord americana e guarda alle proprie radici verso sud.
Brian Lopez e Gabriel Sullivan (entrambi alle voci e alle chitarre elettriche) da Tucson, a pochi kilometri dal confine con il Messico, il nucleo della formazione, insieme agli altri artisti della band (basso, tastiere, batteria, percussioni) hanno proposto, nella veste di un suono alquanto ruvido che a primo impatto tende piuttosto all’hard rock, una musica in cui si possono avvistare tanti elementi, dal rock latino alle chitarre dalle sonorità “desert” , dai suoni indigeni della cumbia alle atmosfere rarefatte. A seguire l’esibizione di Yaitè Ramos, alias La Dame Blanche, cubana, figlia d’arte (il padre è direttore del Buena Vista Social Club), già flautista e corista di Sargento Garcia, che ha al suo attivo il CD “Paradise”, ha proposto una scatenata musica di fusione tra ritmi cubani e quelli urbani dell’hip-hop che ha contribuito a far danzare gli spettatori. I suoi testi sono impegnati e parlano di amicizia, lavoro, condizione della donna. In nottata la performance dei colombiani Systema Solar. La seconda sera del festival - alla quale non abbiamo partecipato- ha visto sul palco le israelo-yemenite A-WA, ovvero le sorelle Tair, Liron e Tagel Haim che, cresciute in una famiglia di musicisti, reinterpretano la tradizione musicale delle loro radici (tramandata attraverso la linea femminile) alla luce di ritmi hip- hop, dance e techno.
A seguire i Terrakota, portoghesi d’origine, con una proposta impegnata nel sociale nel riconoscimento di una comune natura umana, con un melting-pot di musica multilingue che affonda le sue origini in Africa ma attinge anche alla cultura del sud America. Conclusione di serata con dj Panko. Sabato 20, riprendendo una consuetudine di precedenti edizioni, l’AFF ha proposto un concerto pomeridiano presso l’auditorium comunale, con Angelo Debarre, chitarrista jazz manouche e la sua band. Il concerto si è aperto con il quartetto torinese Miraldo Vidal, che ha suonato classici della chitarra swing preparando il terreno all’esibizione molto attesa di Debarre, accompagnato da un’eccellente formazione. Il concerto, una vera perla, ha proposto soprattutto brani dal repertorio di Django Rheinardt, di cui Debarre ha raccolto l’eredità artistica, plasmando a tutto tondo una musica estremamente sensuale, e concludendosi nell’entusiasmo del pubblico con un finale tutti insieme sul palco. Nella stessa serata Davide Van De Sfroos, cantautore lombardo di lungo corso, che già aveva partecipato all’AFF nel 2003, ha proposto insieme alla giovane band di Lecco degli Shiver armata di banjo, violino, tastiera, chitarre e percussioni una tappa del Folk CooperaTour, con il suo repertorio in dialetto laghée a cavallo tra canzone d’autore, folk-rock americano e invenzione creativa delle radici locali.
"La ballata del Cimino", "Pulenta e galena fregia", Grand Hotel", "La balada del Genesio", "Il costruttore di motoscafi", La curiera", sono alcuni tra i brani suonati che hanno fatto la storia della carriera musicale di Van De Sfroos. Adesso Davide si rinnova attraverso il legame con gli Shiver, dei quali sono anche stati presentati alcuni brani originali. La loro esibizione, carica d’energia e di comunicatività, ha coinvolto e fatto ballare il folto pubblico presente. A seguire Moses Concas all’armonica, il giovane artista sardo, resudente a Londra, ha potuto presentare al grande pubblico dell’AFF il suo incontenibile talento e la sua grande passione per il suo strumento e per la musica. La serata è proseguita con The Reggae Circus di Adriano Bono, attraverso la proposta di un mix di reggae, hip hop, arte circense e giocoleria: giochi con il fuoco e burlesque hanno animato il concerto integrandosi perfettamente nella musica e divertendo un pubblico che per l’occasione era composto da persone di tutte le età. Conclusione nella notte con Pat Thomas & The Kwashibu Area Band dal Ghana. La calda giornata di domenica 21 agosto è stata aperta dal concerto delle ore 13 di Chico Trujillo, una delle orchestre più importanti del Cile, con una travolgente festa danzante rinfrescata dai getti degli idranti.
La serata è stata ispirata alla musica pirotecnica delle fanfare, dapprima con la festosa Fanfarria del Capitàn dall’Argentina, poi con Fanfara Tirana meets Transglobal Underground, il progetto che ha messo fianco a fianco la brass band albanese con la musica elettronica “globale” della formazione britannica. La Fanfarria del Capitàn, guidata da Victoria Cornejo, energica e coinvolgente front-woman, mescola profumi e sonorità della musica balcanica e di quella latina in una divertente e scatenata patchanka che ha fatto ballare il pubblico. La formazione, nata in Argentina, alla quale contribuiscono musicisti provenienti da molti paesi diversi che aspirano a girare il mondo continuando ad espandere i confini della musica (è la loro mission), è titolare di quattro uscite in CD e mescola melodie in modo irriverente (soltanto nella serata si sono ascoltate canzoni che, con la musica latina hanno shakerato musica brasiliana, greca ed anche popolare italiana con una versione di Bella ciao) travolgendo il pubblico con la sua vitalità. Un suggestivo set è stato presentato da Fanfara Tirana e Trans Global Underground. Le due formazioni, accomunate da un progetto comune che ha condotto, nel 2013, all’uscita del CD “Kabatronics”, hanno raggiunto un intrigante livello di espressività musicale mettendo a contatto linguaggi, melodie e ritmi diversi tra loro ed arrivando ad un punto di contatto ed una sintesi straordinaria.
Entrambi pescano nella tradizione attraverso modalità molto diverse: mentre i FT si riappropriano e valorizzano il repertorio delle brass band, i londinesi TGU, accedendo a giacimenti sonori delle musiche del mondo (in particolare indiana) e lavorando molto sull’elettronica, creano paesaggi sonori inediti e futuribili. Eppure il risultato finale è entusiasmante, estremamente ballabile e sembra proporre un nuovo linguaggio. Energia, passione e testa guidano la loro proposta assolutamente affascinante, in cui si sono alternati momenti travolgenti guidati dalle percussioni e dagli ottoni, e parentesi oniriche e quasi meditative, con la voce e la danza del leggendario Nyko Zela e gli interventi al campionatore che hanno creato basi ritmiche e melodiche molto particolari. Conclusione nella notte con il dj Luca Vaga. La serata finale dell’AFF, lunedì 22 agosto –anche a questa non siamo stati presenti-, ha visto l’apertura con Nosenzo ed infine il concerto di Daniele Silvestri, cantautore romano che ha appena pubblicato, dopo una carriera ultraventennale ricca di prestigiosi riconoscimenti di pubblico e critica, l’ultimo CD “Acrobati”. In nottata, chiusura con una presenza storica del festival, il dj Lord Sassafras. Con le tante opportunità collaterali ai concerti serali del Folkstage, l’AFF ha proposto, nelle piazze del centro storico di Ariano Irpino, aperitivi world, presentazioni di libri nel piazzale S. Francesco, laboratori teatrali in villa comunale con il progetto Artheatre Orchestra, proiezioni di film presso l’auditorium comunale e lo Spazio Yoga.
A partire da quest’anno anche il Rugby FolkFestival curato dai giocatori dell’Ariano Rugby per conoscere i principi di questa disciplina e mettersi alla prova mentre, per rimanere in ambito musicale, l’Hip hop corner in piazza Duomo ha ospitato giovani musicisti (Coqò Djette, Oyoshe, Bes & Without, Moses Concas Band, A Tweed, SandrSkizzo, Beatboxer, Tonico 70 e Morfuco, Dj Panko). Poco fuori città presso il Birrificio Giorgia in contrada Valleluogo è stata organizzata per la quinta volta consecutiva il Sonazone, una rassegna nella rassegna curata da Mooove!, che quest’anno nella notte di sabato 20 ha invitato il dj partenopeo Flavio Diaz come ospite d’eccezione all’insegna della techno made in Italy, con il supporto di Mycola, Sisio e Nicola Virnicchi. Oltre, naturalmente, al campeggio presso il boschetto Pasteni che ha ospitato anche un palchetto per concerti pomeridiani (Napoli Rockers Syndicate, La Rua Catalana, Jambassa,Le storie di Carmela Bi, Indubstry, I-Sciamina). Il Folkstage in piazzale Calvario era circondato su tre lati da stand enogastronomici, costantemente affollati, dove gustare le prelibatezze irpine proposte dai ristoratori del territorio. Anche quest’anno era possibile accedere al Folkstage a costi contenuti, acquistando l’abbonamento alle cinque serate a 35 euro (t-shirt inclusa) oppure il ticket d’ingresso alla singola serata al costo di 8 euro mentre per la serata conclusiva il costo saliva a 20 euro.
In conclusione, nonostante l’assenza di fondi regionali (il progetto presentato per poche posizioni non è entrato nella rosa di quelli finanziati) una collaudata organizzazione e direzione artistica ha consentito un festival riuscito anche quest’anno: una rutilante proposta musicale di ottimo livello con artisti provenienti da quattro continenti (“quattro continenti in cinque giorni” erano le parole d’ordine di questa edizione), tanta partecipazione, di giovanissimi e meno, tanto divertimento e ballo (cifra caratteristica delle notti dell’AFF), una valida proposta di aggregazione e di apertura alle culture del mondo.
Carla Visca
Foto di Giuseppe Porcaro
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