Ideato e prodotto da Ninfa Giannuzzi, cantante tra le più apprezzate della scena musicale salentina, il progetto “Rosamarino” nasce dal desiderio di esplorare il patrimonio ritmico-sonoro del Mediterraneo partendo dalla riscoperta della centralità del canto, matrice comune di tutti i popoli per i quali le acque di questo mare hanno rappresentato occasioni importanti di scambi, relazioni e influenze culturali reciproche. In questo senso non è stata casuale anche la scelta del nome che rimanda al nome antico della pianta di rosmarino, una delle spezie più diffuse sulle rotte del Mare Nostrum, evocando suggestioni emotive ed olfattive intense. Accanto alla Giannuzzi in questa nuova avventura musicale, che giunge a due anni di distanza dal pregevole “Áspro” in coppia con Valerio Daniele, troviamo le voci della talentuosa cantante salentina Rachele Andrioli, del soprano Simona Gubello e della cantante albanese Meli Hajderaj. Il sorprendente incontro tra queste quattro straordinarie interpreti ha dato vita a sorprendenti quanto complesse architetture vocali nelle quali le diversità stilistiche e di background musicale diversificati trovano il loro punto di forza in alchimie, collisioni, intrecci e dialoghi di rara intensità. A cristallizzare e documentare questo progetto è il disco omonimo, realizzato e promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record 2016, nel quale hanno raccolto dieci brani provenienti da diverse tradizioni musicali, i cui particolari arrangiamenti sono stati curati da musicisti differenti, ed alla cui realizzazione hanno preso parte Vito De Lorenzi alle percussioni, Giorgio Distante all’elettronica e Rocco Nigro alle percussioni. Ogni brano conserva integra la propria matrice tradizionale ma al tempo stesso viene proiettato verso il futuro nell’incontro tra le quattro voci e l’elettronica. Tradizione e contaminazione diventano un tutt’uno nella contemporaneità e nel confronto tra le diversità stilistiche. Ad aprire il disco è lo splendido arrangiamento per sole voci di Eliseo Castrignanò del tradizionale madrileno “Los Cuatro Muleros” il cui testo è stato ripreso anche da Garcia Lorca, ed alla quale segue l’intensa versione del tradizionale salentino “Damme Nu Ricciu” dove scopriamo le quattro voci ad evocare i canti alla stima nel contrasto riuscito con le increspature elettroniche di Valerio Daniele. Se Ninfa Giannuzzi è protagonista del canto sefardita “Yo m’enamori d’un aire”, la successiva “Barcarolle” di Jacques Offenbach curata da Vanessa Sotgiu è una delle perle del disco con il soprano Simona Gubello a guidare le tessiture vocali. Attraversiamo il Mediterraneo ed approdiamo in Turchia con “Üsküdar’a gider iken” per poi far ritorno in Andalusia con “Lamma bada yatathanna” nell’arrangiamento di Alessandro Aloisi. Non manca uno sguardo verso la tradizione napoletana con “Vulesse addiventare nu brigante” con le percussioni di Vito De Lorenzi a tessere la trama ritmica su cui si muovono le quattro voci, e uno all’Est europeo con le belle versioni del tradizionale yiddish “Tumbalalaika” e di quello serbo “Niška banja” con l’arrangiamento di Stefano Luigi Mangia. Una intensa e struggente versione di “Bella Ciao” suggella un disco di rara intensità che ci mostra in piena luce tutto il talento di queste quattro voci.
Salvatore Esposito
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