Prodotto da Claudio “Cavallo” Giagnotti e Dilinò con il
sostegno di Puglia Sounds e distribuito da Kurumuny, “Pizzica Dance Hall Party”
è il nuovo progetto musicale di Mascarimirì. Ne abbiamo parlato con Alessio
“Franza” Amato, producer della band salentina il quale ci ha portato alla
scoperta della genesi di questo disco, delle collaborazioni che lo
caratterizzano e dei prossimi progetti in cantiere.
Come nasce il
progetto “Pizzica Dance Hall Party”?
Questo progetto è nato circa cinque anni fa dall’esigenza di
poter portare quelle che erano le sonorità e i ritmi di Mascarimirì anche in
contesti diversi da quelli dove solitamente andiamo a suonare. Avevamo
intenzione di avvicinare il nostro sound a quello dei club internazionali dove
passa solitamente musica differente da quella nostra e quindi abbiamo iniziato
a fare le prime sperimentazioni cominciando a lavorare con l’elettronica e i
ritmi tradizionali in modo tale da poter dare un impatto più da sound system,
più coinvolgente, più dancefloor".
Qul è stato il
criterio con cui avete scelto i brani da inserire nel disco?
In realtà questi brani si sono fatti scegliere da soli, in
modo naturale. Voglio dire con questo che sono delle tracce che fanno parte del
nostro bagaglio personale e che ascoltiamo e riascoltiamo da ormai tanto tempo.
Nel momento in cui abbiamo deciso di fare un vero e proprio disco con il quale
proporre il progetto Pizzica Dance Hall Party le nostre scelte sono subito
ricadute su questi brani, perché li avevamo in mano e li analizzavamo da tempo
per vedere cosa potevamo trarne.
Quali sono stati i
vostri riferimenti e le vostre influenze musicali nell’approccio a questo
progetto?
Tendenzialmente nel lavorare in studio e nel curare le
produzioni spesso e volentieri non ho fatto altro che rielaborare quelle che
sono le tendenze della musica elettronica attuale in una chiave Mascarimirì. I
nostri riferimenti possono essere le ultime sperimentazioni fatte con la Puglia
con il Balkan o le musiche africane tribali, perché molto spesso l’elettronica
di oggi è farcita di queste sonorità etniche. Personalmente mi sono chiesto il
perché rielaborare sonorità che vengono dall’Africa o dai Balcani quando invece
posso utilizzare i campioni della tradizione del Sud Italia che appartiene a
luogo in cui sono nato e mi sono più vicini e familiari. In ogni caso, nella
lavorazione del disco è stata coinvolta tutta la band perché abbiamo voluto che
ogni strumento fosse suonato realmente.
Al disco hanno
collaborato i Totarella e i Telamurè…
I Totarella li abbiamo incontrati un paio di estati fa in un
festival. Claudio li conosceva già ma per me sono stati una splendida scoperta,
per altro in una serata nella quale non mi sarei mai aspettato. Sono un gruppo
che hanno un impatto sonoro particolare. Sono dei ragazzi più o meno miei
coetanei e mi fa sempre piacere interfacciarmi con persone che affrontano
queste tematiche artistiche con una certa vitalità ed emotività che non è
quella semplice e pura reiterazione dei canti tradizionali. I Telamurè sono
grandissimi amici con i quali ci conosciamo da un bel po’ di anni e che
lavorano a Parigi, tanto è vero che quando siamo in Francia spesso ci ospitano
anche a casa loro. Oltre ad essere degli ottimi artisti, sono anche degli amici
con i quali abbiamo trascorso tante giornate insieme. Non abbiamo potuto fare a
meno di prendere una loro traccia e remixarla.
E poi Dj Click che
aveva lavorato con voi già in “TAM!” e Dj Kayalik…
Dj Click partecipò con un remix a “TAM!” del 2013 ma anche
con lui ci conosciamo da tempo, avendo suonato spesso in vari festival insieme.
Non dimenticherò mai quando lo abbiamo ospitato al nostro festival “Ballati” e
dopo la nostra performance lui iniziò a suonare con il suo dj set dall’altra
parte della piazza, mentre io gli rispondevo con la mia tastiera sul palco. Prese
vita un botta e risposta da un lato all’altro della piazza. Fu una cosa
fantastica che mi esaltò tantissimo e da allora abbiamo cominciato a
collaborare in modo più intenso e questo con tutte le difficoltà del caso. Puoi
immaginare come sia difficile lavorare con una persona che vive tra Parigi e l’Andalusia
a migliaia di chilometri di distanza. Per questo disco tutto è avvenuto via
Skype, Facebook ed email, con i file che viaggiavano dal Salento alla Francia.
E’ sempre molto divertente lavorare con lui perché è una persona open mind e a
lui puoi fare le richieste più assurde come ho fatto durante la lavorazione di
“Pizzica Dance Hall Party” e lui è stato tanto pazzo da assecondarle. Insieme a
lui non poteva mancare Dj Kayalik, altro grande personaggio e producer dei
Massila Sound Sistem.Mascarimirì difficilmente sceglie di collaborare con un
artista dal nulla. Prima c’è sempre un percorso personale di avvicinamento che
poi sfocia in una collaborazione artistica. Ci sono tante altre collaborazioni
in cantiere, che verranno fuori nei prossimi mesi, ma tutte sono il coronamento
di una conoscenza e di una frequentazione personale prima ancora che
professionale. Noi non produciamo musica tecno o suoni standardizzati, e dunque
abbiamo esigenza di conoscere bene i nostri collaboratori.
Quali sono i vostri
progetti per il futuro?
C’è l’estate che ci aspetta e faremo tante feste con il
progetto Pizzica Dance Hall Party e tante ne abbiamo già fatte. Si sta
rivelando un’avventura entusiasmante e divertentissima, la gente lo ha accolto
benissimo perché abbiamo portato la musica “per terra” evitando il palco,
riprendendo il concetto di Sound System giamaicano. Alterneremo a queste performance
che facciamo io e Claudio “Cavallo”, ai concerti con la band al completo con la
quale portiamo sul palco i classici della tradinnovazione.
Mascarimirì – Pizzica
Dance Hall Party (Kurumuny/Dilinò, 2016)
Presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino, il
progetto “Pizzica Dance Hall Party” era una tappa obbligata nel percorso
artistico dei Mascarimirì, uno di quei disco inevitabili, un imperdibile
appuntamento con la storia al quale hanno saputo rispondere con un lavoro di
grande spessore musicale. Composto da tredici brani, prodotti da Claudio
“Cavallo” Giagnotti, questo disco fa convivere passato, presente e futuro nel
sound delle dance hall, porta il potere curativo della pizzica pizzica nei club
internazionali, rifuggendo ogni forma di forzatura da remix, ma piuttosto
puntando all’esaltazione delle trame tradizionali. Grazie all’ottimo lavoro di
Alessio “Franza” Amato, le field recordings effettuate negli anni Cinnquanta da
Alan Lomax, Diego Carpitella ed Ernesto De Martino, e quelle degli anni
Settanta di Brizio Montinaro e Gigi Chiriatti, vivono una vita del tutto nuova
con le voci degli Ucci, de li Zimba di Aradeo e di Niceta Petrachi detta la
Simpatichina che vengono innestate sulle musiche e sui ritmi della
contemporaneità in un sound dal respiro internazionale che ha il pregio di
veicolare verso il futuro queste straordinarie schegge di passato catturate dai
vecchi nastri. Il sound system e la tradizione orale si mescolano in brani
travolgenti in grado di confrontarsi in modo superbo con i linguaggi della
musica europea. Durante l’ascolto colpiscono le trascinanti versioni di
“Pizzica de Cutrofiano” con protagoniste le voci degli Ucci, la superba “Quannu
te lai la facce la matina” che fa da perfetto apripista per gli echi di dub che
pervadono “Sia benedettu ci fice lu munnu”, o ancora “Pizzica de Aradeo” in cui
spiccano gli Zimba. Non mancano incroci con tracce contemporanee come nel caso
di “Giuglianese” in cui fanno capolino i Telamuré, o “Suënêciellë (Tarantella
del Pollino) con i Totarella”, ma il vero vertice del disco arriva quando i
Mascarimirì incrociano di nuovo il loro cammino con Dj Kayalik per “Fiore di
tutti i fiori” e quello Dj Click per la
straordinaria “Elettricarella”, sono questi due vertici di un disco che ci
sentiamo vivamente di consigliare a quanti vogliono scoprire la tradizione
salentina in una luce nuova.
Salvatore Esposito
Tags:
Salento