Sono passati quasi vent’anni dalla terribile tragedia dell’affondamento della motovedetta albanese Katër i Radës che colò a picco nel canale di Otranto nel 1997 a causa dello speronamento da parte di una corvetta italiana che tentava di respingerla dalle coste salentine. Morirono circa cento tra donne, uomini e bambini, fuggiti dalla guerra civile che stava insanguinando la loro terra, alla ricerca di un futuro migliore. Per ricordare questo tragico avvenimento, il pianista e fisarmonicista albanese, ma salentino d’adozione, Admir Shkurtaj ha composto “Katër I Radës. Il Naufragio” un'opera da camera su libretto di Alessandro Leogrande, portata in scena per la prima volta nell’ottobre dello scorso anno alla Biennale di Venezia nell’ambito della Cinquantottesima Edizione del Festival Internazionale di Musica contemporanea, con la coproduzione dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce e la regia di Salvatore Tramacere. A differenza dei suoi precedenti lavori “Mesimé” del 2012 e “Feksìn” del 2014, incentrati prettamente sulla riproposizione in chiave contemporanea per pianoforte solo della tradizione musicale salentina, quest’opera vede Shkurtaj alle prese con un ensemble di otto strumentisti composto dallo stesso musicista albanese (fisarmonica, oscillatori analogici), Marco Ignoti (clarinetto, clarinetto basso), Giorgio Distante (tromba, live electron ics), Jacopo Conoci (violoncello), Vanessa Sotgiu (pianoforte) e Pino Basile (cupa cupe, percussioni), a cui si aggiungono le voci di Simona Gubello, Maria Luisa Casali (soprani), Marzia Marzo (mezzosoprano), Stefano Luigi Mangia (voce sperimentale) e Alessia Tondo (voce popolare), gli attori Emanuela Pisicchio, Anna Chiara Ingrosso e Fabio Zullino, nonché il coro polifonico albanese Violinat e Lapardhase. Mescolando elementi di musica classica, jazz ed echi dei canti polivocali della tradizione albanese, Shkurtaj ha dato vita ad un’opera non legata semplicemente alla memoria della tragedia che si consumò nel canale di Otranto, ma piuttosto evoca in modo assai toccante il dramma di chi riuscì a salvarsi e di quanti vi persero la vita con le loro storie, i loro pensieri e le loro speranze tradite. Dopo il grande successo raccolto dal vivo, quest’opera è diventata anche un disco pubblicato dall’etichetta salentina AnimaMundi con il sostegno di Puglia Sound e registrato presso i Sud Est Studio di Guagnano (Le) tra il 18 e il 19 maggio del 2015. Nel complesso l’album conserva intatta tutta la potenza evocatrice racchiusa nell’intreccio narrativo, e sebbene il solo audio ci privi dell’emozione che può nascere dall’azione scenica, ascoltando attentamente si riesce a percepire chiaramente le sfumature, i chiaroscuri compositivi e le suggestioni che caratterizzano l’alternarsi di recitavi, strumentali e parti cantate. Traccia dopo traccia, tra dissonanze, interludi lirici, spaccati rumoristici e spaccati di pura musica sperimentale si ripercorrono i momenti che precedettero il dramma con le voci della sala comando della nave della Marina Italiana, la fuga dalla guerra, l’imbarco dal porto di Valona, e poi ancora l’attraversata di quella strisca di mare che separa Italia ed Albania fino all’impatto. “Katër i Radës. Il Naufragio” è, dunque, un lavoro di grande pregio nel quale la musica contemporanea si confronta la musica tradizionale, estendendo il percorso di ricerca cominciato da Shkurtaj con i due dischi per piano solo.
Salvatore Esposito
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Contemporanea