Composto da Pieterjan Van Kerckhoven (zampogna e sax soprano), Naomi Vercauteren (violino), Bert Ruymbeek (accordion), Jeroen Knapen (chitarra), e Fabio Di Meo (sax baritono e sax soprano), i Wör sono un quintetto belga che propone un viaggio sonoro indietro nel tempo alla scoperta della musica che nel XVIII Secolo pervadeva le città di Fiandre e Brabante, il tutto senza mai cadere nel tranello della facile archeologia musicale, ma piuttosto riattualizzando e dando nuova vita a questo repertorio attraverso straordinari arrangiamenti dall’approccio rock e densi di un trascinante groove. Queste composizioni, spesso cadute nell’oblio e scarsamente battute anche dai musicisti classici, vedono la musica popolare e quella classica influenzarsi vicendevolmente, e rimandano ora a melodie o danze che risuonavano ad Anversa come a Gent o a Bruxelles. Il loro album di debutto “Back to 1780’s” mette in fila tredici brani, frutto di un intenso lavoro di ricerca effettuato sui manoscritti originali, ed arrangiati attraverso una originale architettura sonora che si regge sull’interplay tra violino, fisarmonica, chitarra e fiati, con l’aggiunta di una buona dose di swing e virtuosismi ad impreziosire il tutto. L’apertura del disco è affidata alla travolgente “Contre Danse” tratta dal repertorio del suonatore di carillon Joannes de Gruijtters (Anversa, 1946) e in cui brilla la linea melodica in crescendo con la zampogna e il violino in evidenza mentre la scansione ritmica è affidata alla chitarra. Si prosegue prima con l’elegante minuetto “Menuet” che propone in medley una composizione di Petrus Josephus Van Belle (Viane, 1743) per organo da chiesa e una melodia del già citato di de Gruitters, e poi con “Imperial” proveniente dal repertorio da ballo per le feste della Famiglia Di Martinelli (Diest, 1750) noti sia come avvocati che come musicisti. Il sax di Fabio Di Meo è poi protagonista del medley in cui si incrociano “Maclotte Zerezo” dal repertorio dei Di Martinelli e “La Marchand De Smirne” dal manoscritto n.13 del maestro di danza Pier Trappeniers (Bruxelles, 1775). Se il gustoso medley “Cocarde” vede una composizione per organo di Franse De Prins (Leuven, 1781) sfociare in un brano di Trappeniers, la successiva “March”, tutta giocata tra riff e breaks, ci riporta al repertorio dei Di Martinelli. L’invito alla danza in 6/8 del medley “Het Schipperken & Air” apre poi la strada ad uno dei vertici del disco “La Railleuse” proveniente dal repertorio del maestro di ballo Roberto d'Aubat de Saint-Flour (Gent, 1757), e caratterizzata da un brillante arrangiamento in cui spicca il dialogo tra organetto e violino. L’improvvisazione tra il violino di Vercauteren e la zampogna di Van Kerckhoven in “Scherpenheuvel oft mijn lievenke & marche” ci conduce verso il finale in cui spiccano la splendida “La Lavandière & La Capricieuse” che mette insieme due composizioni di De Prins tratte rispettivamente dal manoscritto n.33 e n.34, e quel gioiellino che è “Contredance Angloise & Contredance Van Paillas” in cui a spiccare è l’organetto di Ruymbeek. Il finale è pura festa con la scintillante “Festa Dies Toto Venerabilis (We Are Wör)” e l’ironica “De Boerevreught” che compendiano le due facce di questo album con la prima coinvolgente ed accattivante nel suo incedere, mentre la seconda densa di poesia nella sua eleganza. “Back To 1780’s” è, insomma, un disco tutto da ascoltare non solo per il piacere di scoprire una formazione composta da strumentisti di talento, ma anche per scoprire un lato meno noto della musica europea di fine Settecento.
Salvatore Esposito
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