Graziano Romani - Vivo/Live (Route 61, 2015)

Nato e cresciuto artisticamente percorrendo incessantemente quel sentiero che, per usare un efficace luogo comune, corre tra la Via Emilia ed il West, Graziano Romani, sin dai primi passi mossi nei primi anni Ottanta con i Rocking Chairs si è fatto dapprima portavoce di quel rock matrice sprinsteeniana che andava affermandosi negli States, per diventare successivamente parte integrante di quella scena, lavorando con la sua band fianco a fianco e ad armi pari con artisti come Elliott Murphy, Willie Nile, Ashley Cleveland, e Robert Gordon, che fino a poco tempo prima erano stati i suoi riferimenti. Esauritasi la parabola dei Rocking Chairs con dischi straordinari come “Freedom Rain” e “No Sads Goodbye”, Romani ha proseguito caparbiamente il suo percorso come solista, e senza svendersi al facile successo, si è costruito una propria identità artistica, lontana dal provincialismo da piccoli fan tipico dell’Italia, ma piuttosto puntando a valorizzare le sue doti di songwriter. Nell’alternarsi di alti e bassi (per fortuna molto pochi), il cantautore di Casalgrande ha messo in fila una discografia di tutto rispetto con dischi in italiano e inglese, qualche sorprendente progetto speciale come la recente trilogia dedicata alla sua passione per i fumetti, e di tanto in tanto ricordandoci anche le sue grandi doti di interprete con pregevoli album di cover come l’ottimo “Soul Crusader”, dedicato a Bruce Springsteen. Se si esclude l’ormai raro live benefico “ADMO Benefit: C’è bisogno di un sogno”, nella sua corposa discografia mancava un disco dal vivo che compendiasse in modo efficace le tante sfaccettature del suo percorso artistico, e a colmare questo vuoto è arrivato di recente “Vivo/Live”, doppio album che raccoglie la registrazione del concerto tenuto il 3 agosto 2013 al Festival Parco Secchia Villalunga di Casalgrande (Re) e nel corso del quale il cantautore di Casalgrande ha ripercorso le principali tappe della sua carriera, mescolando brani in italiano ed inglese, riletture d’eccezione e qualche estratto dall’epoca dei Rocking Chairs. Ad accompagnarlo sul palco è la sua attuale tour band nella quale spiccano due vecchi amici e bandmate come Max “Grizzly” Marmiroli (sax, flauto, percussioni, voce), Franco Borghi (piano, organo, accordion), ed una pattuglia di ottimi strumentisti composta da Erik Mantanari (chitarra elettrica, voce), Michele “Smiro” Smiraglio “basso, voce), Francesco Micalizzi (batteria), e Nicky Milazzo (chitarra elettrica). Il disco fotografa in modo eccellente la potenza evocativa e l’energia coinvolgente dei suoi concerti, mettendo in luce la trascinate carica che Graziano Romani e la sua band sprigionano sul palco, muovendosi con disinvoltura tra spaccati elettrici e divagazioni acustiche. Durante l’ascolto, a sorprendere è come riescano a convivere in grande armonia le varie anime del suo songwriting, con i brani inglese che spesso si lasciano preferire a quelli in italiano, che tuttavia non sfigurano nel confronto come nel caso della celebre “Adios” che segnava il suo debutto con la lingua di casa nostra, o della suggestiva “Solerosso” o ancora di “Augusto cantaci di noi”, tributo all’indimenticato Augusto Daolio dei Nomadi. Sul versante dei brani in inglese, eccellenti sono le versioni di “Freedom rain”, “No sad goodbyes”, “Road to justice”, “Cast the stone” dal repertorio dei Rocking Chairs, così come pregevoli sono le più recenti “Up In Dreamland” e alcuni estratti dalla trilogia dedicata ai fumetti come lo spettacolare country-rock venato di blues di “My Name Is Tex”. Non manca qualche bella sorpresa come nel caso delle riletture di “Ramblin Round” di Woody Guthrie, “The Price You Pay” di Bruce Springsteen e “Won't Get Fooled Again” degli Who, ma la vera chicca del disco arriva con le tre bonus tracks ovvero la splendida “Lonely As A Cloud” e i due brani in italiano “Vicino Al Cuore” e “L'Attimo Che Fugge Via” che suggellano due ore circa di grande musica, in cui rock made in U.S.A. e canzone d’autore italiana si incontrano sulla Via Emilia. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia