Fabrizio Poggi - Il Soffio della Libertà: il blues e i diritti civili (Appaloosa Records/I.R.D., 2015)

L'idea è perfetta per uno spettacolo teatrale. Ci sono tutti gli elementi giusti al loro posto: la causa civile, l'impegno, la ricorrenza che ci riporta alla memoria ciò che è giusto e ciò che non lo è. E un musicista esperto e bravo come Fabrizio Poggi non poteva lasciarselo scappare. A cinquant’anni dal leggendario discorso di Martin Luther King che ha creato un'icona del secolo scorso come “I have a Dream”, un uomo di blues non può che guardarsi indietro e rendere il doveroso omaggio a chi ha dato tanto perché il popolo afroamericano ottenesse quei sacrosanti diritti che noi diamo, purtroppo, troppo per scontato. Nasce così una performance teatrale la cui colonna sonora viene raccolta ne “Il Soffio della Libertà”, album pubblicato da Appaloosa Records e che vede la riproposizione di classici senza tempo unitamente ad altri pezzi del repertorio blues. Ascoltando il disco ci si fa un'idea molto precisa della portata emotiva dello spettacolo, attraverso commoventi interpretazioni di brani come “We shall not be move”o “I shall be released” o la bellissima “Needed time”. L'album è suonato benissimo, Fabrizio Poggi è in splendida forma ed anche il gruppo che lo accompagna, anche in virtù della presenza di ospiti come Charlie Musselwhite, Garth Hudson (The Band), Guy Davis, Eric Bibb, Augie Meyers, Stefano Intelisano ed Enrico Polverari. Spicca una splendida “I'm on my way” che vede ospite l'enorme vocalità dei Blind Boys of Alabama. A proposito di vocalità: davvero da apprezzare quella di Fabrizio, in più di un momento viene alla mente il miglior Randy Newman, segno ulteriore (se mai ce ne fosse stato bisogno) che un italiano ha amato e continua ad amare quel linguaggio, distintivo di altre culture, al punto da farlo proprio. Bravo Fabrizio. 


Massimo Giuntini
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