Intesa secondo ampia accezione, la musica all’Esposizione Universale di Milano si conferma mezzo speciale di comunicazione per confrontare e favorire lo scambio d’informazioni intorno a specifiche tematiche e alle tradizioni culturali. In queste ultime settimane, abbiamo scelto di valorizzare alcuni percorsi sonori di Expo che, nel suo piccolo, può essere osservata come una società cosmopolita. Percorsi musicali tra mondi lontani e vicini riferibili a espressioni artistiche e sociali capaci di avvicinare passato e presente, corpo e mente, emozioni e ragione, favorendo la comunicazione intorno al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, cui corrisponde la sostenibilità del Pianeta. Expo concepita come grande Parco tematico, come una “rete” comprendente attrazioni, idee architettoniche, soluzioni tecnologiche, discussioni sociali e politiche, incontri tra diversi modi di pensare, con idee e proposte dei vari Stati su come utilizzare il cibo e, più in generale, l’alimentazione. Nelle intenzioni degli organizzatori, Expo vuole essere evento unico non replicabile. Pochissime strutture architettoniche potranno sopravvivere dopo i sei mesi di Esposizione.
Numerosi gli eventi musicali, alcuni dei quali ampiamente pubblicizzati dai media nazionali, altri destinati a restare in sottofondo.
E pensando primariamente a quest’ultima categoria di eventi, come nei precedenti articoli, continuiamo il nostro viaggio all’interno di Expo, iniziando a scrivere di un “cluster”. È questo il termine per indicare le aree tematiche di coabitazione, nelle quali possono essere rappresentati più Paesi, intorno a specifiche realtà alimentari. Il Mozambico, ad esempio, è collocato nel cluster “Cereali e Tuberi”, con uno stand nel quale una sezione è interamente dedicata agli strumenti musicali popolari, tra cui la “timbila xinfuta”, una marimba lignea, talvolta utilizzata in unione con il “chocalho”, idiofono a scuotimento, ricavato da una noce di cocco riempita di semi. Strumenti a percussione tipici sono anche i “batuque-kupurra”, usati nel nord del Paese, in particolare durante il ballo detto del “tufo”. La cornice dello strumento è lignea, mentre la pelle animale è, normalmente, di gazzella. Nel ballo “mapiko” vengono usati strumenti musicali denominati “likuti”. A sette corde metalliche è il “pankwe”, la cui cassa armonica è ricavata da una zucca. Lamelle metalliche vibranti (montate su una piccola cassa di risonanza) sono, invece, caratteristiche della cosiddetta “mbira”.
Restando in Africa, si evidenziano i concerti “world” (1-3 giugno) tenuti dal Gruppo di Jessica Areias, cantante nata a Luanda (Angola). Il suo sound è il risultato dell’interpolazione di diversi stili, riferiti alla musica etnica, al jazz, al fado e alla cosiddetta MPB (“Musica Popular Brasileira”). Interessante anche il connubio linguistico, poiché Areias propone brani cantati in portoghese, creolo capoverdiano e umbundo. Spostandoci vicino ai nostri confini geografici, abbiamo interloquito con Andy (Andreas) Recht, suonatore e didatta di “Alphorn” (corno delle Alpi), membro del Gruppo di Davos, impegnato a esibirsi con lo strumento all’ingresso del Padiglione della Svizzera o in giro per i suoi reparti. L’Alphorn è normalmente ricavato dal legno di abete e rinforzato esternamente con filamenti di vimini. Particolare è la tecnica esecutiva che richiede sviluppate conoscenze di respirazione e di emissione del fiato, usando labbra e bocca secondo la pratica del “vibrato”, indispensabile per far risaltare in chiave melodica i differenti “armonici” della nota base. Recht lavora come libero professionista e, per passione, coltiva la pratica dello strumento, per insegnare la quale tiene diversi corsi didattici.
Non lontano dal Padiglione svizzero è quello tedesco, nel quale è stato collocato un ristorante dal chiaro indirizzo musicale, denominato “Symphonie”.
Musica-cibo è un connubio riscontrabile in diversi Padiglioni, tra cui quello del Qatar, nelle adiacenze del cui ristorante abbiamo ascoltato un trio musicale comprendente voce, percussioni e tastiere elettroniche (per melodie e suoni etnici campionati). Nello spazio musicale adiacente al bar degli Stati Uniti abbiamo notato tre ragazze intente a ballare con entusiasmo sui ritmi moderni da discoteca. Accanto ai prodotti agro alimentari, nello spazio espositivo di Piacenza, vi erano dei tamburi. È stato riferito che sarebbero stati usati dal Gruppo di Castel Arquato durante le loro esibizioni, previste nei primi giorni di giugno, rievocanti una festa medioevale. Festa che, nel loro paese, viene rappresentata la seconda settimana di settembre con accampamenti, stand di arti e mestieri, torneo di arcieria, giochi e, naturalmente, musiche e danze. L’otto di giugno, alcuni giovani sono stati invitati sul Cardo per esibirsi con bandiere e strumenti musicali tipici del Palio di Ferrara. Nella stessa giornata, con diversi eventi anche musicali, la Cina ha organizzato la propria “Festa nazionale”.
All’interno del Padiglione della Lombardia è da rilevare la promozione del “Museo del Violino” di Cremona (e di altri siti artistici) mediante l’uso di occhiali tridimensionali. Tecnologicamente apprezzabile è anche il connubio musica-multimedia proposto sui mega schermi posti nelle diverse sale dei Padiglioni di Israele e della Colombia. Da un punto di vista dello stile e della moderna creatività, è Encomiabile il super allestimento ideato da architetti e designer nipponici. In Giappone è stato predisposto un palco per spettacoli tradizionali. Tra questi meritano menzione le danze delle “Maiko”, vestite e truccate secondo le raffinate consuetudini in uso nelle arti rappresentative di Kyoto.
Sul Decumano, è stato applaudito il Gruppo coreano dei “Super Stick”. Ricercano un sound che unisce sonorità etniche con altre più moderne. Puntano molto sul ritmo e la spettacolarità, con due suonatrici spesso intente a ballare accompagnandosi con oggetti da cucina, come forbici, setaccio, tagliere etc. Sempre nel Decumano, il primo di giugno, siamo stati attratti dalle arpe celtiche (casa costruttrice “Salvi”) suonate da giovani ragazze davanti al Padiglione dell’Irlanda. Le suonatrici erano allieve di Tatiana Donis la quale, dalla fine degli anni Novanta, svolge intensa attività didattica. Tra il sei e l’otto di giugno, si sono esibiti i “Siamsa Tire” (violino, chitarra e organetto), il cui leader è Tom Hanafin, proveniente da Tralee. Il Gruppo ha accompagnato due coppie di abili ballerini, assai applauditi dal pubblico di strada.
Rispetto agli oggetti artistici, nel Padiglione della Slovacchia, desideriamo menzionare un originale “albero della musica”, realizzato con campanelli metallici di varie dimensioni che i visitatori si divertono a far vibrare secondo gusto personale.
Una collezione di campanelli in terracotta è anche osservabile nel Padiglione della Lituania. Come souvenir, nella Bielorussia sono esposti strumenti popolari realizzati con materiali vegetali. Restando nell’Est europeo, sono state apprezzate le esecuzioni programmate per la “Giornata internazionale dei Bambini”. In particolare quelle del coro giovanile di Romania, denominato “Meloritm”, attivo da alcuni decenni, con tre produzioni discografiche tra cui “Songs for Children” (composizioni di Laurentiu Profeta), del 2006. Il coro Meloritm si è esibito tre volte, tra il 30 maggio e il primo di giugno. Tra gli eventi pubblicizzati nella stessa data, si evidenzia “Suoni di Terra Madre”, un incontro, a cura di Luca Morino, avente come tema di riferimento “la biodiversità della musica”. Nel “Children Lab”, presso la Cascina “Triulza”, si è tenuta una session dedicata alla costruzione di strumenti musicali, utilizzando materiali di riciclo. Inoltre, lungo il Decumano si è svolta un’eccentrica e colorata sfilata organizzata da un canale televisivo per bambini.
L’otto giugno, la Serbia ha invitato il nutrito gruppo di ballo popolare e i suonatori di musica tradizionale provenienti dalla città di Novi Sad, nella Regione autonoma Vojvodina. Molti appartengono all’Accademia “Akud Sonja Marinkovic”.
Il Gruppo dei musicisti, denominato “Zorule”, ha dimostrato di saper ben valorizzare l’acustica degli strumenti popolari, tra cui la caratteristica “taburà”, a cinque corde metalliche con una piccola cassa piatta. Caratteristici sono anche i plettri allungati (alcuni in plastica altri ricavati da corno di bue) con cui vengono suonati tutti gli strumenti a corde. Nello stesso giorno, una formazione analoga ha suonato nel Padiglione dell’Ungheria. Il Gruppo si chiama “Pantlika Zenekar” e proviene dalla cittadina di Ba’ta. Insieme ai suonatori una giovane coppia di ballo molto affiatata.
Negli articoli dedicati a Expo si è voluto dare spazio a eventi musicali “minori”. Una carrellata di eventi che, seppure a zapping, si prefigge l’obiettivo di dare rilievo a “voci” musicali che, a nostro avviso, avrebbero rischiato di rimanere nascoste o sottaciute. Per gli eventi musicali di spicco, la stampa nazionale e quella locale hanno rivolto e rivolgeranno ampio spazio, soprattutto quando, a settembre, si svolgerà la nuova edizione di “MiTo”. Da tenere presente anche il Concorso “Nutrire la Musica” (indetto dal “Padiglione Italia”), al quale hanno partecipato oltre seicento compositori (provenienti da cinquantotto nazioni).
Dopo una serie di rinvii, sempre nel mese di settembre, pare probabile l’esecuzione di cinquanta loro opere.
La musica è componente essenziale dell’Esposizione milanese. Prima della sua conclusione, sarebbe a nostro avviso opportuno che, lungo il Cardo o dentro i Padiglioni, una Giornata venisse dedicata alla sola Musica Popolare Italiana, mediante sinergia tra le diverse Regioni. Se non a Expo, quando? Potrebbe essere un’occasione per affermare in modo efficace che anche la musica folclorica è riferimento per la cultura nazionale nonché “nutrimento” per l’anima, il corpo e la mente. Chi scrive ritiene che le riflessioni sulla Musica dovrebbero essere orientate ad ampio raggio. Sulla scia di un’inarrestabile oralità di ritorno, dopo un millennio di conoscenza trasmessa principalmente con la scrittura, la musica, intesa secondo ampia accezione, sta infatti acquisendo sempre maggiore importanza anche nell’informazione, nella multimedialità e nelle attività di promozione commerciale. La musica nell’epoca odierna rappresenta una realtà complessa da osservare e studiare con attenzione nella sua globalità, essendo in futuro destinata a influire significativamente sulle diverse modalità di comunicazione e di formazione culturale, ricordando che, nei millenni passati, la musica è stata fondamento per l’evoluzione del genere umano.
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Paolo Mercurio
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