Roberto Jonata – Infinity (Velvet Luna/Egea, 2015)

Ad un anno di distanza da “Sountrack” inciso con il Kairos Quartet, il pianista e compositore vicentino, Roberto Jonata torna con “Infinity”, sesto album in carriera, che raccoglie dodici composizioni inedite per pianoforte solo, nati da un percorso di riflessione sulla musica come messaggio universale e perenne. “Racconto la storia di un uomo che rivolge lo sguardo all’orizzonte ed osserva ad occhi chiusi, immaginando l’infinito oltre la sottile linea che separa il cielo dalla terra.”, scrive lo stesso Jonata nella presentazione del disco, “Ogni pensiero che viene restituito può essere descritto dalla musica, trasformandosi in traccia indelebile che lega il passato al presente ed il presente al futuro. La musica stessa diventa così un limpido racconto infinito di un universo fisico e metafisico, della realtà e dei nostri sogni”. Lo Steinway & Sons D274 Concert Grand è dunque la chiave che Jonata usa per raccontarci la sua visione del suono dell’infinito, ricercato attraverso viaggi onirici, quasi segreti, in cui si abbandona alla ricerca di melodie nascoste nelle percezioni extrasensoriali. Nota dopo nota, brano dopo brano, il pianista vicentino schiude all’ascoltatore le porte del suo universo sonoro, in cui si mescolano scorci naturali meravigliosi, sogni, visioni metafisiche, sospese tra il cielo e la terra che sembrano unirsi in un lungo abbraccio. A caratterizzare ogni brano è la scelta di un linguaggio sonoro elegante in cui l’approccio jazz minimalista si mescola a sapori neoclassici, dando vita a strutture vibranti di intensità emotiva, in costante tensione tra passione e romanticismo. Durante l’ascolto si viene catturati subito dal desiderio di perdersi nei sogni ad occhi aperti dell’iniziale “Blu Profondo”, che conduce prima alla ricerca di luoghi immaginari della successiva (“Sopra Le Nuvole”), poi all’illusione di riuscire a raggiungere il sole (“Sunlight”) e poi ancora verso pianeti lontani (“Venus”). Se “Il giardino segreto” evoca quel lato segreto che ognuno di noi possiede, di pura poesia sono fatte “Per Sempre” e “Netka”, due brani dalla costruzione pregevolissima in cui emerge tutto il talento compositivo del pianista vicentino. Tra i brani più intensi del disco segnaliamo certamente il notturno “Nightfall”, la cui linea melodica alterna silenzi a momenti più lirici, quel gioiello che è “Gaia” nella quale l’atmosfera sognante sembra nascondere un velo di tristezza, e la conclusiva “Rain” in cui Jonata ricrea l’incedere cadenzato di un addio sotto la pioggia. “Infinity” è, dunque, un disco di grande fascino, che ci sentiamo di consigliare non solo agli appassionati di musica jazz, ma anche a quanti hanno voglia di esperienze musicali nuove che riescano a trasmettere qualcosa di vero e di profondo. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia