Ispiratisi nel nome agli alzamantici, operai addetti a movimentare i mantici soffiatori per alimentare il fuoco degli alchimisti, e gli organi delle chiese, gli Alzamantes nascono a Milano nel 2010 da un’idea di Dario Tornaghi (voce e fisarmonica), il quale ha riunito intorno a sé un nutrito gruppo di strumentisti composto da Maddalena Soler (voce e violino), Andrea Ferrari (voce e chitarra elettrica), Lorenzo Tagliapietra (chitarra acustica ed elettrica), Alessandro Croce (basso), Stefano Migliavacca (percussioni) e Francesca Fiore (percussioni), per dar vita ad un gruppo che rileggesse la tradizione del bal folk attraverso le sonorità del rock. Partendo da un intenso lavoro di ricerca etnomusicale sulle principali forme coreutiche europee, pian piano hanno messo insieme un corposo repertorio che spazia dagli scottish alle gighe irlandesi, dalle bourrèe alla mazurka, fino a toccare la pizzica salentina. Successivamente, nel 2012 gli Alzamantes hanno dato alle stampe non solo il loro album di debutto “Eco Di Pagine”, che gli ha consentito di mettere in fila oltre sessanta concerti nel primo anno e mezzo di attività del gruppo, ma hanno dato vita anche al side project Alzamantes Trad che li ha visti impegnati nel riproporre i loro brani in una formazione più tradizionale per le performance dedicata esclusivamente al bal folk. A tre anni di distanza dal disco di debutto, la band lombarda ha recentemente pubblicato, in coproduzione con la giovane ma già attivissima etichetta Rox Records, il suo secondo album “Tenetevi Forte”, nel quale hanno raccolto otto brani tra composizioni originali e brani tradizionali. A caratterizzare questo nuovo lavoro sono arrangiamenti solidi e maturi, frutto di un lavoro rigoroso in studio, ma soprattutto l’energia e l’entusiasmo che emerge da ogni brano. Ciò che sorprende è come ogni traccia, enucleata del naturale habitat dei concerti bal folk, funzioni benissimo anche su disco, e questo perché non hanno puntato semplicemente ad arricchire di tonicità il suono con l’inserimento di strumenti tipicamente rock, ma piuttosto la loro ricerca sonora si è indirizzata ad esaltarne con eleganza il tratto melodico. Ad aprire il disco è il gustoso strumentale “Bal Limousine”, brano ispirato ad un tradizionale dell’Occitania francese, che si sviluppa in un crescendo a metà strada tra rock e sonorità world, guidato dal violino della Soler. Se la rilettura folk-rock dello scottish “Iacobites” ci porta sui sentieri battuti dai Fairport Convention, la successiva “Hornpipes” è un piccolo saggio della concezione sonora degli Alzamantes con il violino della Soler che dialoga con le chitarre di Tagliapietra e Balzarin, supportato magistralmente dalla sezione ritmica. Si prosegue con il tambureggiante branle d’ecosse “Ci Riprendermo La Città” che a buon diritto potrebbe essere definita il manifesto programmatico della band milanese, ma le vere soprese arrivano nella seconda parte del disco con “Valzer Per Casavecchia”, che prende le mosse da una linea melodica elegantissima per sfociare in una incursione nel rock più puro, l’elettroacustica “Fandango”, e l’incursione nelle sonorità balkan con l’ekizlisko horo della title track. In conclusione arriva poi la mazurka “Se Son More Moriranno”, un gioiellino di grande fascino dal cui ascolto emerge tutto il talento degli Alzamantes, nel rileggere con originalità la tradizione del bal folk. Siamo certi che “Tenetevi Forte” rappresenterà una tappa importante del loro percorso musicale, in quanto mette in luce tutte le loro potenzialità per il futuro.
Salvatore Esposito
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