CafèAria – Suspirando (Autoprodotto, 2014)

Formata da Federico Milone (sax alto e soprano), Marco De Gennaro (piano), Giacomo Buffa (basso e contrabbasso) e Carlo Salentino (percussioni), i CafèAria sono una band jazz salernitana con alle spalle un solido bagaglio di esperienze maturate dal vivo, e una serie di successi raccolti in vari festiva jazz in Italia come all’estero. Il loro primo album “Suspirando” mescola stili ed atmosfere differenti dando vita ad un sound sinuoso ed intenso dai tratti mediterranei, che come scrivono nella presentazione coniuga l’urgenza tipica del caffè con la libertà dell’aria. Composto da nove brani originali, il disco si regge essenzialmente sull’interplay tra il sax di Milone e il piano di De Gennaro, supportato con vivacità dai colori ritmici del basso di Buffa e delle percussioni di Sorrentino, ma ciò che colpisce in modo particolare è l’originalità della scrittura, sempre ricca di interessanti spunti melodici corali da cui si dipanano spaccati solistici ed improvvisativi per nulla scontati. Aperto dalle atmosfere da giallo all’italiana di “Orientem”, nella quale si avvicendano il sax e il piano nel tracciare la linea melodica, il disco ci conduce prima verso le suggestioni di “Desiderio Segreto” in cui spicca un eccellente assolo di De Gennaro al pianoforte, e poi ancora alla romantica titletrack, della quale si apprezza l’eccellente costruzione sonora. Se la crepuscolare “Chromatic Path” ci regala il bel dialogo tra il piano e il sax, la successiva “Cafèaria” con i suoi sapori mediterranei ha i tratti del manifesto artistico del gruppo, evidenziano il legami con la loro terra, e le tante influenze che permeano la loro cifra stilistica. Con “Boat Trip” e “Septem Regna” ammiriamo i Cafèaria alle prese con le sonorità d’oltreoceano che rileggono in modo originale, dimostrando non solo di muoversi con agilità attraverso i mostri sacri della storia del jazz, ma di aver appreso benissimo la loro lezione, diventata negli anni qualcosa di più che una spinta propulsiva dal punto di vista creativo. Gli otto minuti della riflessiva “Calma” nascosta ci conducono verso il finale con “Free Nodes”, un brano romantico che sfocia in un finale scoppiettante con lo scat di Milone che sugella un disco senza dubbio pregevole, e che rappresenta un’ottima base di partenza per il percorso artistico dei Cafèaria, che ci auguriamo possa donargli tante belle soddisfazioni. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia