Nato a Montreal in Canada da genitori italiani, ma cresciuto a Napoli, Lucio Amanti è un talentuoso violoncellista con alle spalle una solida formazione maturata tra l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti, dove ha conseguito il diploma in violoncello classico con Janos Starker e il master’s degree in musica jazz con David Baker presso l’Indiana University. Completato il suo percorso di studi, Amanti nel 2007 si è trasferito a Berlino, dove si divide tra la sua attività di compositore per musiche da film e spot pubblicitari, la sua collaborazione con Hanns Eisler
“Jazz Institute Berlin”, e la sua attività concertistica come solista, e più di recente in trio jazz con il suonatore di tombak iraniano Mohammad Reza Mortazavi, e Ben Lukas Boysen. Dopo aver debuttato con “Jazzcello”, nel 2007 con il quale a dispetto del budget ridotto è arrivato nei top seller di iTunes, lo ritroviamo con “Solo Jazz”, disco inciso dal vivo tra il gennaio e l’aprile del 2011, con l’intento di coniugare la tradizione classica con l’esplorazione del linguaggio jazz, utilizzando semplicemente il suo violoncello. Accolti da una grafica essenziale, caratterizzata dalla sola silhouette in rosso di un violoncello, e dalla significativa frase di Duke Ellington: “If Jazz means anything it’s freedom of expression”, sin dalla primissima traccia la suite “Opening”, che funge quasi da overture si ha la sensazione di essere di fronte ad un progetto assolutamente originale, nel quale Amanti ha convogliato tutta la sua ispirazione, immergendosi in improvvisazioni sonore ricercate dal punto di vista della costruzione e della ritmica. Si prosegue con la lunga “Suite Jazz For Cello Solo” in sette movimenti in cui musica classica, contemporanea e jazz si incrociano dando vita a spaccati sonori di puro godimento come nel caso del “Preludio”, “Allemanda” e la travolgente “Sarabanda”, che introducono all’incalzante ritmo di “Groove 1 e 2”, che procede in un rincorrersi di frasi sonore, in cui si alternano accelerazioni e decelerazioni, per sfociare in fine alla cristallina bellezza di “Latin Moto Perpetuo”. Il vertice del disco arriva però con le riletture di due standard jazz ovvero “Round Midnight” e “Blue Monk” dal repertorio di Thelonius Monk, qui proposte in versioni personalissime, in cui spicca il peculiare approccio al violoncello di Amanti. Gli oltre nove minuti della evocativa “Interlude” ci conducono verso il finale in cui spiccano la tenue “Niccolò” con il violoncello suonato quasi fosse una chitarra acustica, l’originale rilettura di “O Sole Mio”, tributo alla sua terra, e la lirca “Miles Of Sketches”. Una menzione a parte la merita la conclusiva “Pulse Of Above”, brano sperimentale che si sviluppa tra sonorità elettronica e loop, e nella quale si apprezza a pieno tutta la genialità di Amanti nel saper reinventare la natura di uno strumento classico come il violoncello. Insomma “Solo Jazz” è un gioiello da ascoltare con grande attenzione, non solo per l’originalità intrinseca del concept alla base di questo disco, ma anche per il grande talento di Lucio Amanti, che non mancherà di lasciare gli ascoltatori senza fiato.
Salvatore Esposito
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