Antonio Marotta - Canti A Dispetto (Autoprodotto, 2011)
Di tanto in tanto, al fianco delle tante novitร discografiche in ambito folk e world ci piace recuperare qualche piccola perla, che colpevolmente ci siamo persi per strada. E’ il caso di “Canti A Dispetto”, disco di debutto di Antonio Marotta, cantante, musicista e costruttore di tamburi a cornice di Nola (Na), con alle spalle un solido percorso di formazione, speso tra gli studi di chitarra con Antonello Paliotti e quelli di composizione con Antima Pepe presso il Conservatorio di San Pietro a Maiella, e caratterizzato da tante prestigiose collaborazioni, come quella con il Maestro Roberto De Simone. In un intervista di qualche tempo fa, sulla sua attivitร di costruttore di tamburi a cornice, Antonio Marotta ci ha raccontato come sin da piccolissimo abbia respirato le tradizioni musicali della sua terra, partecipando alle feste in onore della Madonna Dell’Arco, ai carnevali di Palma Campania e a quelle dei Gigli Di Nola, esperienze che hanno contribuito a far crescere in lui la passione per lo studio dell’etnomusicologia e dell’antropologia culturale. Pian piano, parallelamente agli studi accademici, Antonio Marotta, รจ entrato in contatto non solo con i principali interpreti della musica popolare campana, ma si รจ dedicato anche a personali ricerche sul campo, nell’area vesuviana, ponendo particolare attenzione verso i canti a dispetto, canti di amori spesso combattuti tra gelosie, rifiuti e rivalitร . Accompagnato da Peter De Girolamo (batteria, percussioni, tastiere, basso, archi ed effetti vari) e Michela Latorre (voce e castanette), Antonio Marotta (voce, chitarra classica, chitarra battente e tammorre), mettendo a frutto l’esperienza maturata sul campo, ha inciso tredici tra questi canti raccolti alle falde del Vesuvio, dando vita ad un disco di grande intensitร e fascino. Quel fascino che ancora oggi รจ possibile cogliere quasi intatto in certe zone della Campania, come scrive lo stesso musicista nolano nelle note di copertina del disco: “Mi resi conto attraverso un’indagine assidua ed accurata, che la cultura popolare era costituita da veri e propri messaggi oracolari che si tramandano di bocca in bocca all’interno di comunitร chiuse”. Durante l’ascolto ciรฒ che colpisce รจ tanto la cura e l’originalitร risposta negli arrangiamenti, quanto la voce del musicista nolano, il quale sfoggia tutta la sua verve teatrale nell’interpretare con personalitร e gusto i vari canti, e nel dialogare con la voce femminile di Michela Latorre. Ad aprire il disco รจ il canto d’invidia “Viola”, proposta in un crescendo trascinante tra chitarre arpeggiate e percussioni, e che introduce al canto a dispetto “Jette All’Infierno” cantata da Marotta con il solo accompagnamento della tammorra. Se “Fuoco” canta la passione della festa e dell’amore nell’intreccio tra le voci di Marotta e della Latorre, la successiva “Pupazzi” รจ un brano originale che incrocia una villanella e il pop, ma รจ con il canto a dispetto “Tammurriata Sola” che si tocca il primo vertice del disco, con la voce di Michela Latorre ancora protagonista. Dall’area di San Gennarello di Ottaviano arriva poi lo struggente canto a distesa “Ammore Mje” che ci conduce alla superba “Tarantella Castellana” in cui le due voci dialogano sull’intreccio tra chitarra classica e chitarra battente. L’introspettivo canto di solitudine “None” e il canto a distesa “Pe Ghjre A Roma”, ci accompagnano verso il finale in cui spiccano “Cavalle De Razza” l’invito alla danza de “Il Canto Sul Tamburo” e il racconto “Sotto O Focolare”. L’invocazione “Consigli”, chiude un disco ben suonato, ed arrangiato con originalitร , che ha il pregio di aprire uno spaccato senza dubbio interessante su uno dei corpus di canti meno noti della tradizione campana.
Salvatore Esposito