Cantautori tra i più intensi e profondi della scena roots americana, Chris Eckman ha rappresentato uno degli innovatori del genere, tanto con i suoi dischi con i Walkabouts, quanto con i vari progetti paralleli che lo hanno visto protagonista, e questo senza contare il suo grande impegno nella musica world con il progetto Dirtmusic nel Mali. Il suo nuovo album “Harney Country", il terzo come solista, giunge dopo la parentesi a Lisbona con “A Janela” e l’omaggio al poeta sloveno Dane Zajc con “The Last Side of the Mountain”, riportandoci negli States, e precisamente in una contea pressoché disabitata, quella Harney County del titolo, tra le colline innevate dell’Oregon, frequentata con frequenza negli ultimi anni. Ispirato dalla lettura del libro “Owning It All” di William Kittredge, e concepito durante le registrazioni dello splendido “Travels In The Dustland”, l’ultimo lavoro dei Walkabouts datato 2011, il disco raccoglie otto brani, caratterizzati da arrangiamenti prettamente acustici, le cui atmosfere scarne ed essenziali rimandano direttamente a dischi come “Nebraska” e “The Gost Of Tom Joad” di Bruce Springsteen. Complice di questa nuova avventura di Eckman è il bassista Ziga Golob, mentre di tanto in tanto compaiono le percussioni di Milan Cimfe, la chitarra di Paul Smith, e l’armonica di Terry Lee Hale. A fare il resto ci pensa la sua voce profonda ed evocativa che ci guida attraverso le strade, e le storie di un’America di provincia arida, solitaria e fangosa, che rimanda direttamente alle atmosfere tipiche dei libri di Cormac McCarthy. Durante l’ascolto emerge la poesia desolata e solitaria di brani come “Nothing Left To Hate”, e “Sound Of No Return”, caratterizzati da una scrittura introspettiva ed intimista, in cui la potenza evocativa della parola, risalta tra le corde della chitarra. I vertici del disco sono però da rintracciarsi nei brani ,che maggiormente si avvicinano alla produzione con i Walkabouts ovvero la tesa “Requiem For the Old School Heavy”, l’intensa “Many Moons”, ma soprattutto il tour de force di “Rock Springs”, dieci minuti di grande poesia rock, ispirati dalla raccolta omonima di racconti di Richard Ford. “Harney County” è, dunque, un disco affascinante, denso di poesia, e senza dubbio quello che coglie meglio la dimensione più intima e riflessiva di Chris Eckman.
Salvatore Esposito
Tags:
Nord America