Walter Beltrami – Kernel Panic (Parco della Musica Records/Egea, 2013)

Parco della Musica Records da sempre nutre grande attenzione verso la scena jazz contemporanea, ed in particolare verso i principali chitarristi italiani, e non ci sorprende che abbia di recente dato alle stampe il nuovo album di Walter Beltrami, che prosegue il suo peculiare percorso musicale con una rinnovata line-up del suo Postural Vertigo Quintet, nel quale al posto del violoncellista Vincent Courtois è subentrato Giovanni Falzone alla tromba. A completare l’organico al fianco del chitarrista bresciano troviamo Francesco Bearzatti al sax tenore, e al clarinetto e dalla eccellente sezione ritmica composta da Stomu Takeishi al basso e Jim Black alla batteria. Questa line-up è protagonista di “Kernel Panic” disco, che segue l’apprezzato “Paroxysmal Postural Vertigo”, e per il quale Beltrami si è fatto ispirare dal classico fatal error dei computer che, si presenta con una videata dai caratteri incomprensibili, indice di un errore interno al sistema operativo, per il quale l’unico rimedio è un necessario reset. Fuori di metafora, il chitarrista bresciano con “Kernel Panic”, identifica quella necessità e quell’urgenza di un immediato tabula rasa, che costituisce l’unica possibilità per superare un crash di sistema, sia esso personale, artistico, creativo, ma anche più in generale politico e sociale. Rispetto al disco precedente si nota chiaramente come il percorso di ricerca sonoro del chitarrista bresciano prosegua verso un sound sempre più originale e maturo, e non è un caso che maggiore sia il senso di coralità che si respira nei vari brani, in cui gli interventi strumentali di chitarra si sono sostituiti ad un interplay più incisivo. Emergono così dieci brani di eccellente fattura in cui la forza ritmica del rock si sposa alla complessità delle strutture jazz, il tutto condito da riferimenti ora a Jimi Hendrix ora a John Zorn, passando per echi lontani di New Orleans e spruzzate di psichedelia. La chitarra di Beltrami dialoga in modo superbo con i fiati di Bearzatti e Falzone, supportata in modo impeccabile dalla magmatica sezione ritmica, che dimostra di essere una vera e propria marcia in più per il Postural Vertigo Quintet. Durante l’ascolto non si può non lodare l’idea del concept alla base dell’album, infatti, ogni brano riflette un ispirazione, e una sensazione precisa, catturata sempre in modo acuto ed intelligente dal chitarrista bresciano. Dal jazz rock di “Odd Dogs” passando per la splendida “Is This For Real” fino a giungere a “Jeopardy” il disco si sviluppa attraverso evoluzioni improvvise, incontenibili spaccati strumentali e momenti più riflessivi che culminano nella melodica “The Envisioneer” che chiude il disco. “Kernel Panic” è dunque un disco da ascoltare con cura, cogliendone ogni sfumatura ed ogni dettaglio. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia