Takadum Orchestra – TakaDrom Suonialconfine (ODd Time Recods/Egea)

Nata nel 2007, la Takadum Orchestra nasce come un ensemble di dieci percussionisti che sotto la direzione di Simone Pulvano e Gabriele Gagliarini, intendevano riproporre i suoni del nord africa e del vicino oriente attraverso l’uso di strumenti come darbuka, daf, riq, davul, ect. Dopo il loro disco di esordio datato 2011, il gruppo ha piano piano allargato il suo raggio d’azione aprendo il proprio organico all’ingresso di altri strumenti come il violino, la chitarra, e la tromba con l’aggiunta di una voce e attualmente, oltre a Pulvano (darbuka, tamburello, sajat, riqq, daf, palmas) e Gagliarini (djembe, darbuka, tamburello, daf, palmas), vede protagonisti numerosi strumentisti come Lavinia Mancusi (voce, violino), Alessandro Floridia (chitarra, palmas), Gianpaolo Casella (tromba, voce), Fabrizio Mastromartino (darbuka), Emanuela Maccioni (doholla), Michela La Perna (doholla), Gaetano Schillaci (doholla), Umberto Baruffaldi (daf), Walid Cheikh (daf), Laura Grimaldi (daf), Antonella Milano (davul). Questo nuovo organico è stato determinante a caratterizzare il suoni del loro secondo album “TakaDrom – Suonialconfine”, disco che raccoglie dieci brani nei quali si attraversano in lungo ed in largo tutte le tradizioni musicali del mediterraneo, spaziando dalla Grecia all’Albania fino a toccare l’Italia. Ad impreziosire il tutto c’è la partecipazione di alcuni ospiti come Enrico Gallo (riqq, tamburello), Davide “Martinezzz” Martino (darbuka), Gianmichele Montanaro (tamburello, tammorra muta), Antonio Montuori (djembe, tamborim, repique, pandeiro), Giovanni Volpe (djembe, tamborim, surdi, repique, rullante, agogo) e Paolo Modugno (daf iraniano). L’ascolto svela brani di grande fascino come la title track, un tradizionale greco proveniente dall’area del Peloponneso ed eseguito come canto augurale alle spose, lo stornello romanesco “Acqua di Fiume” che sfocia in un tradizionale albanese al ritmo di 9/8 e la fascinosa “Uskudara Gideriken”, in cui la melodia balkan yiddish, si sposa con un testo in turco di grande impatto. Di ottima fattura sono anche i brani originali come “Folk No Folk” di Simone Pulvano, della quale brilla l’eccellente costruzione poliritmica, la divagazione in chiave latin di “Batadum” firmata da Gagliarini e la conclusiva “Ar Meno Canto” in cui spicca la partecipazione di Paolo Modugno al daf iraniano. Mescolando suoni, tradizioni, e suggestioni “Takadrom Suonialconfine” ci offre la rara opportunità di osservare alle musiche del bacino mediterraneo dalla prospettiva delle percussioni. Lontani dalla casualità e dall’improvvisazione di certe formazioni orchestrali in chiave folk la Takadum Orchestra ha intrapreso un percorso di ricerca su sonorità e timbriche di alto profilo, segno evidente dell’impegno e dell’esperienza maturata sul campo da Simone Pulvano e Gabriele Gagliarini, due percussionisti che, senza tema di smentita, possono essere considerati un punto di riferimento in Italia. 


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia