Voce tra le più intense del Piemonte, Betti Zambruno, vanta un percorso musicale di tutto rispetto nel corso del quale si è mossa tra vari ambiti artistici, privilegiando in particolare il folk e la musica tradizionale, ed in questo senso vanno citate le sue collaborazioni con La Ciapa Rusa, la “mega band” astigiana Fiati Pesanti, Bartavéla, Tendachent, e più di recente i Tre Martelli con cui ha realizzato il disco ”Tra Cel e Tèra”. Il suo nuovo album “Sguardi” esce dagli abituali sentieri della tradizione musicale piemontese in cui abbiamo imparato ad apprezzarla, raccogliendo una personale selezione di quindici canzoni, incontrate, scoperte ed amate durante il suo percorso musicale e che, come scrive Roberto Sacchi nella presentazione: “le ha volute portare con sé, per averle più vicine, per ogni giorno, per poterle rivivere. Note e parole eterogenee ma fatte proprie, scelte con amore e interpretate con raro sentimento”. A chiarificare ancor di più lo spirito che anima tutto l’album, ci sono anche le note di copertina firmate dalla stessa Zambruno e in cui scrive: “Tante storie e tanta storia si possono raccontare con il canto: basta allargare lo sguardo e ascoltare per capire che la musica ci parla del mondo”. Emerge così in tutta la sua complessità anche la visione che la stessa cantante piemontese ha del fare canzone, sia esso popolare o cantautorale, ciò che è importante è cogliere sempre la storia e le storie che sono dietro ogni canto, e per farlo è necessario volgere lo sguardo ed allargare il proprio orizzonte. Registrato tra novembre e dicembre 2012 a Portacomaro (Asti), il disco vede la partecipazione al fianco della Zambruno di due eccellenti musicisti come Piercarlo Cardinali (chitarra e cornamusa), e Gianpiero Malfatto (trombone), a cui si aggiunge in un paio di episodi anche Matteo Ravizza al contrabbasso, che contribuiscono in modo determinante alla costruzione di un suono semplice ed allo stesso tempo elegante. Il lavoro per sottrazione operato sugli arrangiamenti, mirano a valorizzare tanto le personalissime timbriche della voce della cantante piemontese, quanto la potenza dei testi dei singoli brani. Durante l’ascolto non si può non restare colpiti dal trasporto con cui la Zambruno approcci ogni brano, dandovi un interpretazione profonda, empatica e personale. Non è un caso che il disco si regga su una serie di brani dedicati all’universo femminile, in cui incontriamo storie come quella di Anita Garibaldi (“Bruna De Laguna”), e quella tragica della poetessa Alfonsina Storni (“Alfonsina Y El Mar”), ma anche temi come la violenza (“Gli scolari di Tolosa”), l’amore travolgente (“Mon Amant De Saint Jean) e il lavoro (“Le Impirasse”). A Brillare in modo particolare sono senza dubbio brani tradizionali come “Il Moro Saracino”, “Oh Mia Diletta” e “Madre Crudele”, ma di pregevole fattura è anche lo spaccato dedicato alla canzone d’autore con “Vincenzina e La Fabbrica” di Enzo Jannacci, qui proposta in una versione davvero emozionante. A completare il disco troviamo poi alcuni riferimenti alle passioni musicali della Zambruno, come la musica da ballo nelle eccellenti “Bourée” ed “Esa Musiquita”, il trallallero ligure (“Quarto a-o Ma”), e un immancabile tributo alla tradizione piemontese con “El Car Di Trasloc” del poeta Giovanni Rapetti. “Sguardi” è dunque un eccellente lavoro, nel quale la cantante piemontese ha voluto raccogliere non solo alcuni delle sue composizioni preferite, ma anche quei brani che in qualche modo avessero segnato il suo percorso umano e musicale.
Salvatore Esposito
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