Mi è successo solo una volta di scrivere ad un fan club. Lo feci quando lessi all’interno del doppio album di Southside Johnny and the Asbury Jukes l’indirizzo dove scrivere. Fu una strana e frustrante esperienza. Mi faceva specie pensare che quella mia lettera, scritta con la penna, dacchè internet era ben lontana, sarebbe andata per mare e terra fino tra le mani e sotto le occhiaie di Johnny Lyon in arte Southside Johnny. Lui è il compare di Bruce, quello del boardwalk vero, quello che non è arrivato alla popolarita’ del suo compare ma è sempre stato lì lì per raggiungerla, quello che suona l’armonica e canta da paura storie di blues e uomini senza donne, quello alla cui band, i Jukes appunto, il signor Springsteen ha in diverse occasioni, anche per la signora Springsteen, dacchè Patty è stata corista dei Jukes. Insomma, di stories to tell John ne ha, e in questo caso sceglie di farlo raccontando la sua parte folk. Ma per Johnny il folk non significa farsi crescere la barba e mettersi ad arpeggiare una Martin come succede in Inghilterra, no, per lui significa Dylan, il R’n’Afro di Bo Diddley, il titillare delle dita sulla tastiera, due staffilate bluesy di armonica e tanto tiro. Non ci sono i Jukes , diciamo che i musicisti sono di alto livello, spicca il lavoro di Kazee, che produce insieme al bassista John Conte, Neal "The Dude" Pawley, e Tommy Byrnes, Francis Valentino, and Sister Soozie Tyrell. Si tratta di multistrumentisti e cantanti, la cosa si sente nella direzione davvero riuscita che raggiunge il disco. E’ una storia del New Jersey, poichè l’old Barn è lo studio di Jon Bon Jovi e la qualità di registrazione davvero estrema. Non c’è nulla da dire, quando si muovono questi personaggi, se ne sentono delle belle. Grande Disco! Ah John, sto aspettando la risposta alla mia lettera!!!
Antonio "Rigo"Righetti