Fare il musicista in Africa è non è mai facile, anche quando si nasce in una famiglia ricca, è il caso di Arouna Moussa Coulibali, meglio noto come Ben Zabo, che contro il volere dei suoi genitori che lo volevano farmacista, ha preferito seguire la sua passione per la musica. Dopo aver terminato il liceo, si trasferisce a Bamako, dove avrebbe dovuto seguire la facoltà di farmacia, ma ben presto il desiderio di fare il musicista prende il sopravvento e dopo aver
collaborato con Francois Koita della Bwa Band, mette su una band, i Coumba, insime ad alcuni vecchi amici. Prende così il via la sua carriera artistica, suonando un po’ ovunque, dalle piazza ai locali, fino ai matrimoni e alle feste di famiglia, ma la svolta arriva quando comincia a lavorare presso i Bogolan Studios, come ingegnere del suono. Da quelle parti passano Chris Eckman dei Walkabouts e Peter Weber della Glitterhouse, per le registrazioni dei dischi di Lobi Traorè e dei Tamikrest, e così coglie l’occasione per fargli sentire alcune sue composizioni. E’ amore a prima vista. Di Ben Zabo colpisce subito la particolarità della sua scrittura, i colori, i suoni, l’atmosfera quasi festante, che rimanda all’afro-beat che spopolava in Nigeria degli Anni Settanta, tra fiati funk, chitarre blues e percussività africana. In breve tempo arriva anche il disco omonimo, che raccoglie sette brani, nei quali Ben Zabo dimostra chiaramente di avere tutte le carte in regola per diventare la nuova stella della scena musicale africana, non solo per l’originalità della sua scrittura ma anche per la qualità degli arrangiamenti musicali. Durante l’ascolto brillano brani come l’iniziale “Warivo”, un funk blues di grande intensità dove si apprazza l’ottimo interplay tra la chitarra e i fiati, la sinuosa “Dana”, ma soprattutto il crescendo di “Dimyan”, caratterizzata dal classico “call & response” tipico della musica africana. Il vertice del disco arriva però con la travolgente “Cinquantenaire” e la conclusiva “Ya Be Mae”, che sintetizzano molto bene tutta la ricchezza e l’originalità della cifra stilistica di Ben Zabo. Grazie alla lungimiranza di Chris Eckman e di Peter Weber, ormai da tempo impegnati nella valorizzazione della musica africana, scopriamo così questo giovane musicista maliano, la cui originalità e freschezza rappresentano, senza dubbio, uno dei suoi punti di forza.
Salvatore Esposito
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