Docente di Discipline Demoetnoantropologiche presso l’Università “Sapienza” di Roma, Antonello Ricci ha condotto per oltre vent’anni una lunga ricerca a Mesoraca, paese della Sila Piccola in provincia di Crotone, studiandone l’articolato sistema di suoni, che caratterizzano i diversi eventi festivi e cerimoniali, nonché la vita lavorativa e quotidiana. A documentare questa importante attività di ricerca, è il prezioso saggio “Il Paese dei Suoni – Antropologia dell’Ascolto a Mesoraca”, edito da SquiLibri, al quale oltre al testo, si affianca un affascinante dvd, che contiene due filmati “Vita di Alessandro Perri, Pastore” e “U Signure Mùertu”, nonché ben trenta tracce audio e una piccola geografia sonora del territorio. Antonello Ricci ci conduce così nella fonosfera di questa comunità, i cui suoni orientano tempo e spazio, percepiti attraverso un codice sonoro dal profondo significato culturale e sociale. Attraverso le pagine del libro e la visione del dvd si viene condotti nel cuore di Mesoraca, della quale scopriamo le particolari celebrazioni delle feste liturgiche con le farse del Carnevale, i rosari cantati della Quaresima, la processione del Venerdì Santo e le zampogne dei giorni di Natale, ma anche la dimensione del dolore familiare per un funerale o la fatica dei campi con i campanacci delle greggi accordate con le campane della chiesa. Emerge così come Antonello Ricci sia riuscito a fotografare alla perfezione il complesso sistema sonoro di questa comunità, partendo dal sostrato sociale, per toccare poi una categoria “in via di estinzione” come quella dei pastori, detentrice di un complesso patrimonio sonoro. I pastori, come l’intero paese sono inseriti in un paesaggio sonoro, in cui ognuno ha una precisa collocazione, dai banchi della chiesa fino alle pareti domestiche. Ampio spazio è dedicato anche alle donne, le cui voci, i bisbigli, i sussurri, ma anche le grida e i pianti risuonano durante le lamentazioni funebri e le celebrazioni religiose. A loro spetta mantenere il legame con il sacro ma anche con il mondo dei morti, e così scopriamo la profondità dei recitativi, delle preghiere, delle litanie e delle melopee che si spandono dalle case alle chiese, a testimonianza di un profondissimo senso religioso. A corredo dell’opera c’è anche un prezioso apparato fotografico di oltre duecento fotografie raccolte nel corso di vent’anni di ricerca e che documentano anche dal punto di vista visivo la realtà di questo paese, con le sue processioni, i suoi eventi pubblici, ma anche le sue campagne e i suoi momenti più intimi. L’aver analizzato un’area così piccola dal punto di vista geografico ha consentito ad Antonello Ricci di studiarne a fondo il sostrato socio-culturale, valutandone il forte grado di coesione interna e il senso identitario che caratterizza ogni protagonista della ricerca. Ne è emerso un affresco sonoro, la cui importanza non è limitabile alla sola importanza per la documentazione della storia locale, ma è piuttosto un esempio, un viatico di come dovrebbe essere l’approccio allo studio della moltitudine di aree etnomusicoligicamente e antropologicamente rilevanti in Italia.
Salvatore Esposito