Ghetto Nobile, Maschio Angioino, Napoli, 11 – 12 Settembre 2012

Amadou & Miriam
La terza edizione del festival dal nome ossimorico ha portato nel cortile del castello partenopeo i suoni multiformi di Amadou & Mariam (11/9) e di Z Star (12/9). Invece, le avverse condizioni atmosferiche hanno costretto gli organizzatori dell’Associazione Jesce Sole ad annullare l’atteso concerto dell’autore burkinabé-senegalese Cheikh Lo, che il giorno 13 avrebbe dovuto condividere il palco con Enzo Avitabile per completare il trittico. Certo, sorprende la moderata affluenza di pubblico nelle due serate, malgrado i prezzi abbordabili, e nonostante Napoli sia da tempo tagliata fuori dalla maggior parte dei concerti di world music. Segno della crisi, provincialismo della città (e di molti suoi media), gusti del pubblico che cambiano? Pubblico non intercettato a livello informativo? Difficile dirlo. 
Amadou & Miriam
In ogni modo, grande merito va riconosciuto ai promoter di Ghetto Nobile per la qualità artistica delle proposte, improntate al forte coinvolgimento dello spettatore. Vero è che ci sono voluti 40 minuti agli astanti per “occupare” finalmente il fronte palco e ballare sui ritmi della coppia non vedente maliana, giunti a Napoli per l’unica data italiana del loro tour europeo. È indubbio che l’inizio del set di Amadou Bagayoko e Mariam Doumbi è apparso un po’ tiepido, ma, poi, merito anche di una band efficace e grintosa (batteria, percussioni, basso, chitarra, tastiera e due coriste-danzatrici), il concerto è decollato tra matrici ritmiche e melodiche sub-sahariane, incursioni nell’afro beat, sfumature caraibiche, innesti pop e rock. Queste ultime influenze non casuali, considerato che Amadou è artista la cui sensibilità sonora si realizzata anche a tempo di blues e rock-blues; ma ciò che prende lo spettatore è soprattutto la lievità e l’umanità dello stare in scena da parte dei due autori del recente album “Folila” (Because/Warner). 
Amadou & Miriam con Ciccio Merolla
Abbigliati elegantemente, lei prima con una tunica, poi avvolta in vestito e copricapo rosso sgargianti, lui in un altrettanto coloratissimo dashiki, sollecitano gli spettatori con disarmante semplicità: “Est ce que sa va ? On y va!”, ripete Amadou, “Battete le mani!”, incita Mariam in italiano. Tra i brani proposti “Welcome to Mali” , “Artistya”, “Magossa”, “I Follow you”, “La Realitè”; “Sabali”, fino a “Ce ne pas bon”. Nel finale Amadou & Mariam hanno ospitato il percussionista Ciccio Merolla con la sua darbouka: “Siso”, come lo chiamavano i due artisti africani, si è inserito nel set con naturalezza. Vibrante energia e umanità anche nella performance di Z Star, dotata di notevole effervescenza scenica, che non esita ad interporre lunghe chiacchierate con il pubblico sotto il palco al susseguirsi della scaletta. 
Z-Star e Antonio Onorato
Con una band di impronta rock, l’artista anglo-caraibica sciorina principalmente materiale proveniente dal recente album “Masochists & Martyrs”, ma non solo. L’abusata necessità mediatica di cercare parallelismi e confronti ha prodotto paragoni con Joan Armatrading e Tracy Chapman, se non addirittura Nina Simone e Jimi Hendrix. Ma tant’è! Al di là della fisionomia e dell’acconciatura dei capelli, della vocalità rotonda e calda e della forza chitarristica della troubadour east-londinese che in una certa misura possono riportare alle mente gli artisti citati, Z Star è personaggio dalla spiccata originalità. Le sue ballads seguono un paradigma definito: partenza con voce, chitarra e batteria, poi accelerazione fino al climax. Bel lavoro strumentale d’insieme, solida presenza di basso e tastiere, riff chitarristici ed assoli dell’ottimo Diogenes Baptistella, passaggi R&B, sequenze rock potenti, voce piena, appassionata, fascinosa, sensuale, capace di virare liberamente verso il soul. Sul palco anche Antonio Onorato con la sua breath guitar, quasi impossibilitato a suonare da non pochi problemi tecnici ed ancora Merolla, alla fine presso in braccio dalla stessa cantante. Dopo i bis d’ordinanza di ogni concerto, si finisce con Z Star che si concede da sola alla batteria, rivelando ancora una volta la sua travolgente, spontanea carica umana.

Altre immagini dal concerto

Z-Star e Antonio Onorato
Z-Star
Z-Star e Ciccio Merolla


Ciro De Rosa
Nuova Vecchia