Anche la quarta edizione del Welcome to the Jingle è stata un successo. Il richiamo alla storica hit dei Guns sta solo nel nome, scelto dai ragazzi di 29Cento Factory per battezzare il micro festival piacentino riservato alla musica indipendente che, nell’ultimo weekend di giugno, ha visto una decina di band esibirsi sotto un cielo stellato. Spazio 4, centro polifunzionale alle porte della città, si è confermata la location più adatta a ospitare eventi rivolti a un pubblico che ha sempre più sete di festival ed è disposto a macinare chilometri su chilometri per potersi sentire parte attiva di una manifestazione pensata per accontentare artisti, sportivi e golosi. Sia sabato che domenica, a partire dalle 15, chi ci teneva a sudare sul campo per sentirsi ancora più “azzurro” è stato incluso nelle squadre del torneo di calcio targato WTTJ: musicisti contro “resto del mondo” a rincorrere un pallone con trenta gradi all’ombra sul campo meno livellato della provincia. Un gran bello spettacolo.
Ombra e comodità, invece, per chi ha preferito cimentarsi col calciobalilla. Terzo tempo per gli atleti più o meno disidratati: “aperitivo del campione” targato Moustaches, un curioso lunch box per la merenda e una cena offerta dall’osteria La Trappola il cui incasso verrà devoluto in beneficenza. Sullo sfondo l’installazione “Messaggi SUBlimenALI”, a cura dell’artista piacentina Giulia Russo. Ma veniamo alla musica, il cuore del Welcome to the Jingle: ben dieci band, molte delle quali attinte dalla “giungla” autoctona, in due notti. Il compito di aprire il festival è spettato ai bresciani Jules Not Jude, reduci da un tour europeo, seguiti dai pavesi News For Lulu e dai piacentini Ants Army Project. Indie rock di prima scelta per questa giovane band impegnata nella promozione di “Wooden days”, album prodotto dalla Tea-Kettle Records, etichetta indipendente che ha preso sotto l’ala anche Home, Isabel at Sunset, The Clever Square e Billie the Vision & the Dancers.
E’ stata quindi la volta dei napoletani Gentlemen’s Agreement, seguiti dai torinesi Movie Star Junkies, garage band che potrà presentare il suo “Son of the dust” in occasione della data veronese di Iggy Pop. Non male. Domenica i Philip and the Marmalade hanno giocato in casa, seguiti dai New Candys e dai Foxhound, reduci dalle esibizioni al Traffic e al MiAmi. Chiusura col botto con i Drink To Me, band apprezzatissima dalla critica specializzata e davvero forte in assetto live, e con gli Iori’s Eyes, la vera perla di questa edizione del WTTJ: passati in breve tempo da sonorità che strizzavano l’occhio al folk a un impasto molto più strutturato in perfetto equilibrio tra indie ed elettronica, questa band di Milano si sta rivelando un progetto degno di grandi palchi. Non è un caso se sono stati accolti nella scuderia dell’etichetta La Tempesta Records e se, qualche giorno prima del WTTJ, hanno diviso un prestigioso palco romano con i Tre Allegri Ragazzi Morti e gli Zen Circus. Line up azzeccata, dunque, per una festa che, complice il trionfo dell’Italia contro l’Inghilterra - partita seguita in diretta sul maxischermo, mentre sul palco se la cantavano e se la suonavano incuranti del momento catartico -, ha soddisfatto proprio tutti. Appuntamento rinnovato al prossimo anno: chi c’era, di certo, ci sarà.
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