B-Choice: Enza Pagliara - Bona Crianza (AnimaMundi)

Enza Pagliara, Una Voce Antica Che Guarda Al Futuro 
In occasione della pubblicazione di Bona Crianza, il suo terzo disco come solista abbiamo avuto modo di intervistare Enza Pagliara, per approfondire la genesi di questo suo nuovo lavoro, affrontarne le tematiche e le ispirazioni, senza dimenticare qualche passo indietro nel passato recente, toccando i due dischi precedenti, Donna De Coppe e Frunte De Luna e il progetto Assurd. Cornice del nostro incontro, quel gioiellino che è il negozio ad Otranto (Le) di AnimaMundi, piccola isola di cultura e baluardo del sapere tradizionale. 



Enza Pagliara - Bona Crianza (AnimaMundi/Goodfellas) 
Considerata una delle più rappresentative interpreti femminili della musica tradizionale salentina ed molto apprezzata in Italia come all’estero, Enza Pagliara vanta un percorso artistico di grande prestigio e soprattutto una intensa attività artistica che la vede destreggiarsi ormai da anni tra la sua carriera come solista, la ricerca sul campo, il trio Assurd, e l’Orchestra Notte della Taranta. Nata e cresciuta a Torchiarolo, paese in provincia di Brindisi situato giusto al confine con quella di Lecce, la cantante salentina nel corso della sua quasi ventennale carriera ha intrapreso un intenso percorso di ricerca sul territorio che le ha dato i natali, lavorando a stretto contatto con diversi informatori, ed in particolare con i Trattoristi. Bona Crianza, il suo nuovo album come solista giunge a distanza di due anni dall’apprezzatissimo Funte De Luna, e rappresenta un’ulteriore tappa del suo percorso di ricerca, raccogliendo alcune ispirazioni e ricerche compiute negli ultimi anni. Composto da undici brani per lo più tradizionali, l’album è stato inciso con alcuni dei suoi storici collaboratori come Antongiulio Galeandro (fisarmonica e direzione musicale), Redi Hasa (violoncello), Gianluca Longo (chitarra e mandola), Mario Grassi (percussioni) a cui per l’occasione si sono aggiunti Giorgio Distante (tromba), Alessio Anzivino (tuba) nonché alcuni ospiti come Claudio “Cavallo” Giagnotti, Claudia de Ventura ( voce e organetto), Franco Angiulo, (Trombone) e Giorgia Santoro (Ottavino). Rispetto al passato a caratterizzare il sound di questo nuovo album è senza dubbio la presenza dei fiati, tutti presi in prestito dalla Fanfara Populara, che rimanda alle sonorità ora delle bande meridionali ora delle fanfare balcaniche, ma più in generale si può dire che Bona Crianza si componga di anime diverse che spaziano dai valzer popolari agli stornelli, dalle serenate alle pizziche, il tutto conservando quella “bona crianza” rispetto alle tradizioni. Ad aprire il disco è Le Tre Sorelle, ballata narrativa riletta come fosse un valzer di campagna con i fiati da banda e l’organetto a guidare la linea melodica, a seguire arriva la trascinante Pizzica di San Marzano, in un interpretazione calda e passionale come solo la Pagliara riesce a fare. I suoni delle bande di paese tornano con il tradizionale griko Kali Nifta colorata da suoni balcanici, proposta in un bel duetto con Claudio “Cavallo” Giagnotti, e caratterizzata da un atmosfera soffusa e quasi sofferta che fa emergere tutta la tensione poetica del testo. Protagonista è ovviamente la splendida voce di Enza Pagliara, che finalmente trova la sua più consona dimensione sonora giusto a metà strada tra i suoni acustici ed antichi di Donna De Coppe e l’eleganza di Frunte de Luna. Si prosegue con l’inedita title track, un brano autobiografico in cui Enza Pagliara canta dei ricordi della sua infanzia e del rispetto per le tradizioni della propria terra, ma è con la splendida O Andramu Pai (Klama) di Franco Corlianò, che si tocca uno dei vertici del disco, grazie ad una delle migliori interpretazioni di sempre della Pagliara. Il tradizionale Vorrei Volare ci rimanda direttamente al repertorio di Uccio Aloisi, mentre gli stornelli Vitti Doi Rose mettono in grande evidenza tutta la versatilità della voce di Enza Pagliara, perfettamente a suo agio con questo canto d’amore a ritmo di pizzica spinto dai fiati e dai tamburelli. Quindici Anni, già interpretata con Girodibanda, introduce ai brani forse più coraggiosi del disco ovvero l’autografa Sagna e Cozze, dal testo ironico e divertente e la splendida Pizzica Macaria scritta insieme a Redi Hasa, che rappresenta invece l’anima world del disco, con il dialogo tra i suoni balcanici e quelli salentini. La chiusura è ancora affidata ad un tradizionale ovvero To To To, che suggella un altro eccellente disco per la cantante salentina, un disco importante nato da un grande sforzo creativo, e che senza dubbio la ripagherà concedendole grandi soddisfazioni. 



Salvatore Esposito
Nuova Vecchia