Stefano Fedele – Seren (Blue Sun Records)

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Attivo sin dagli anni ottanta in varie formazioni west-coast, con alle spalle già un disco come solista e l’apprezzato lavoro in trio con Lino Straulino e Loris Vescovo, Stefano Fedele è uno dei musicisti friulani più dotati dal punto di vista artistico, quant’anche forse uno dei meno noti, essendo molto poco avvezzo alla autopromozione fine a se stessa. Chitarrista elegante e dotato di una voce dai toni soul molto intensi, il cantautore friulano, ha da qualche tempo dato alle spalle il suo nuovo album Seren, che lo vede alle prese con sette brani registrati in completa solitudine, con il solo accompagnamento della chitarra acustica, nello studio casalingo di Lino Straulino. A differenza del disco di debutto, dove forti erano le influenze e gli ammiccamenti al pop, questo nuovo lavoro mette definitivamente a fuoco quali siano le potenzialità di Stefano Fedele. Se in passato il lavoro era volto più alla valorizzazione della voce, qui appare ben chiaro come il songwriting del friulano abbia trovato una sua dimensione, che lo vede intento a far dialogare la sua passione per la musica west coast e per CSNY in particolare, con quelle che sono le sonorità minimaliste di quella che potremmo definire la Friulan Wave, di cui il suo grande amico Lino Straulino a buon diritto può essere considerato come il caposcuola. Così si spazia dalla psichedelia acustica di Lisergic, che farebbe una gran figura in un disco di David Crosby, alla canzone d’autore più pura con brani come Usgnot, Peraulis e la splendida Tegnimi, canzoni intense, quasi sofferte, in cui la voce di Fedele arriva davvero a toccare il cuore dell’ascoltatore. Non manca anche una zampata proprio di Straulino che regala all’amico di sempre la splendida Prove, e un piccolo tributo a Neil Young in salsa carnica con Scomenza. Chiude il disco lo strumentale Strumental, che mette in luce tutte la tecnica chitarristica di Fedele, musicista e cantautore ormai maturo per un palcoscenico di maggiore prestigio. Seren è, dunque, un eccellente disco che non dovrebbe assolutamente mancare nella classifica dei dischi in dialetto del prossimo premio Tenco. Assolutamente consigliato. 



Salvatore Esposito
Nuova Vecchia