Attivi dal 2004, anno in cui diedero alle stampe il divertente primo volume di Canzoni Da Osteria, i Cìansunìer sono un collettivo di musicisti di base a Vernante (Cn) nato con l’idea di unire la spensieratezza e la leggerezza dei Canti da Osteria con una rigorosa ricerca su questo repertorio nel quale sono confluiti brani narrativi e da ballo della tradizione piemontese, occitana e più in generale italiana. Tra storie di alpini, bersaglieri, belle che si maritano e amanti che si lasciano, i Cìansunier con la loro musica danno vita ad una proposta musicale che si propone come primo obiettivo l’aggregazione sociale e la festa, senza dimenticare la memoria. Pipazzi Krosky ovvero Canzoni Da Osteria Vol.12 lettera C, il loro quarto album, segue il Vol.8 pubblicato nel 2008 e raccoglie quindici brani, incisi con la consueta formazione aperta che oltre a Loris Cavallera alla voce e chitarra acustica, Paolo Marchesi alla voce, Albert Giuliano alla fisarmonica cromatica, Fabrizio Carletto al basso, Danilo “Pelè” Dalmasso al rullante e Marco "Tibu" Lamberti alle chitarre classica e acustica, vede protagonisti anche alcuni Cìansunìer onorari come Michele Gazich (violino e viola), Roberto Tentori (fisarmonica) e Mauro Morello (voce). Durante l’ascolto si spazia così da sorprendenti recuperi dell’era Beat come l’iniziale La Bornia degli Scaffold, in passato ripresa dai Gufi e da Antonine, a vere perle come Il Re Dei Pagliacci di Neil Sedanka, Il tuo Mondo di Claudio Villa e la splendida La Prima Cosa Bella di Nicola di Bari, uno dei vertici del disco. Non manca qualche classico del liscio come Bugiardo Amore, Media Luz o qualche divagazione in altri repertori tradizionali come quello sardo con una soprendente versione di No Potho Reposare. Si torna poi alla tradizione piemontese con La Polahiera e Sota La Topia, quest’ultima caratterizzata dal violino di Gazich in grande evidenza. Sul finale il disco regala altre piccoli gioielli come la bella versione da balera di Dieci Anni Fa dal repertorio di Demis Roussos, o La Petite Marie, tuttavia altro vertice del disco lo si tocca con i tre brani finali ancora provenienti dalla tradizione piemontese ovvero Piemonte In Fiore, Er Mè Sentè e L’Uva Fogarina. Chiude il disco la romantica Ritrovarsi di Piero Montanaro, che con la sua poesia semplice e genuina sugella un disco di ottima fattura nel quale convivono l’atmosfera scanzonata delle osterie, un romanticismo d’altri tempi e una dose di sana autoironia.
Salvatore Esposito
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