Chitarrista, compositore ed arrangiatore, ma soprattutto fine conoscitore della musica del Mediterraneo e dell'America Latina, Mino Cavallo è noto per essere la guida di Alta Madera ma anche per le sue tante collaborazioni con artisti del calibro di Franco Cerri, Bruno Tommaso, Gabriele Mirabassi, Trilok Gurtu e per diversi progetti realizzati con Materiali Sonroi tra cui Fuentes, Elianto, Djeli-Kan, Banda Improvvisa e Canti Erranti. Nel suo percorso musicale l'amore per la ricerca nell'ambito della world music si è sempre accompagnato alla sperimentazione e non è un caso che tra le sue caratteristiche ci sia quella di spaziare con disinvoltura dagli strumenti elettrici agli acustici fino a toccare l'elettronica. A coronamento di un lungo percorso musicale, come detto, costellato da collaborazioni e progetti diversificati, arriva Sertao, il suo disco di debutto come solista che lo vede alle prese con un viaggio a metà strada tra jazz e world music, che si snoda attraverso undici brani di cui nove originali e due rivisitazioni ovvero Song To John di Chick Corea e Choros di Villa Lobos. Protagonista è ovviamente la chitarra di Mino Cavallo, il quale esplora il suo strumento di elezione attraverso le varie sfumature della world music spaziando dalle travolgenti ritmiche latino americane fino alle sonorità tipiche della tradizione popolare della nostra penisola. Ad accompagnarlo in questo viaggio troviamo un ottimo gruppo di musicisti composto da Amedeo Rona (contrabbasso), Antonio Gentile (percussioni), Ruben Chiaviano Fabian (violino), Enzo Granella (voce), Franco Satarnecchi (pianofort), Franca Pampaloni (fisarmonica); Paulino Cardoso (fisarmonica), Stefano Rapicavoli (brush drum), Valerio Perla (cajon), Nicola Vernuccio (contrabbasso) ed Heraldo Da Silva (percussioni). Durante l'ascolto si percepisce chiaramente come Mino Cavallo abbia voluto documentare tutto l'insieme di incontri musicali che ha caratterizzato il suo più recente percorso artistico, e non è un caso che il disco abbia avuto una lunghissima gestazione durata quasi dieci anni. Dal punto di vista prettamente sonoro appare chiaro come il musicista pugliese abbia cercato di dare una connotazione diversa al concetto di contaminazione cercando di dare vita insieme ai musicisti che hanno collaborato al disco un integrazione totale dei suoni, brillano così brani come Suha, Bolero in 13/8 e Batucada ma soprattutto lo splendido tango pugliese dove la musica tradizionale del meridione d'Italia sia sposa con le sonorità del sudamerica in un intreccio di grande suggestione poetica. Sertao è, dunque, un disco godibilissimo, il cui fascino catturerà sin da subito anche gli ascoltatori occasionali ma è anche una piena conferma di tutto il valore di Mino Cavallo sia come musicista che come produttore ed arrangiatore.
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