Nati nel 2001 da un idea del violinista Gabriele Ferrero, già componente di Senhal e Compagnons Roulants, i Viouloun d'Amoun sono una piccola orchestra piemontese di soli violini, attiva nell'ambito del bal-folk, che conta circa quindici elementi (Alfonsa Bellavia, Erica Berardo, Giovanni Ciavarella, Rosario Cottone, Giulietta Gaeta, Letizia Gallo, Miki Gherci, Giulia Marra, Manrico Papi, Lia Patti, Mauro Scalise, Enrico Salvetti, Gilberto Scarpa, nonchè il contrabbassista Stefano Protto), tutti provenienti formatisi nell'ambito di un corso di violino popolare, che su vari livelli alimenta da sempre il suo organico. L'idea iniziale era quella di permettere ad alcuni musicisti più giovani di farsi conoscere suonando dal vivo, ma l'affiatamento e l'entusiasmo ha fatto decollare il progetto fino a trasformarlo in un vero e proprio laboratorio in continua crescita. Perseguendo con costanza l'obiettivo di dare nuova linfa al bal-folk piemontese, i Viouloun d'Amoun hanno intrapreso un interessante percorso di ricerca che li ha condotti a raffinare sempre di più il repertorio e gli arrangiamenti, ma anche confrontarsi anche con le musiche da ballo del Sud della Francia, il tutto rispettando la spontaneità e il dinamismo dello stile violinistico popolare. Le caratteristiche di questi repertori, ovvvero scale modali, accentuazioni e colpi d'arco, non vengono esaltate per sottolineare una proposta di tipo strettamente filologico ma piuttosto il lavoro di Ferrero si è indirizzato verso una rilettura moderna che prende le mosse dallo studio della loro ricchezza melodica e delle loro particolarità ritmiche e timbriche. Nel loro nome, il violino dei monti, è racchiuso anche tutto l'immaginario della musica delle performance alpinistiche in cui è racchiusa non solo l'anima e la memoria di un territorio ma anche le atmosfere uniche dei suoi paesaggi dove l'arco alpino abbraccia le valli che conducono alla Francia. La musica dei Viouloun d'Amoun rappresenta così un ideale viaggio attraverso queste valli che dal Piemonte conducono all'Occitania Francese, tra musica e feste popolari, tra danze e suoni di violini. Dopo aver maturato una grande esperienza suonando non solo nelle sale da ballo ma anche in numerosi festival italiani ed europei, la formazione piemontese ha di recente dato alle stampe il loro primo disco, che raccoglie x brani tradizionali, tutti arrangiati con grande semplicità ma non perdendo mai di vista il rigore nelle esecuzioni, volte sempre a preservare la memoria della tradizione popolare. Durante l'ascolto emerge sin da subito, che il gruppo piemontese ha puntato non tanto alla ricerca a tutti i costi della sperimentazione sulle strutture musicali tradizionali ma piuttosto ha focalizzato i suoi sforzi nella ricerca sulle sonorità corali ed orchestrali della musica da ballo. Niente ghironde o organetti o peggio ancora strumenti elettrici ma piuttosto la riscoperta del violino come strumento tipico della musica da ballo, facendo riemergere tutta l'eleganza e la semplicità del suo suono. Viouloun d'Amoun è, dunque, un esempio di come la musica da ballo piemontese possa nascondere ancora tante sfumature ancora da scoprire e Gabriele Ferrero e i suoi musicisti ce ne hanno offerto un esempio di ottimo livello.
Salvatore Esposito